Durante la scorsa settimana, la polizia messicana ha arrestato uno degli uomini più ricercati del Guatemala, sospettato di aver organizzato l’uccisione di Eduardo Villatoro Cano, noto anche come “Guayo Cano”. Arrestato nello Stato meridionale del Chiapas, il boss è stato in seguito consegnato al Guatemala.
Cano e altri 36 uomini sono accusati per aver assassinato otto poliziotti durante la notte dello scorso 13 giugno presso una stazione di polizia del dipartimento di Quetzaltenango. Il massacro ha avuto un grande impatto in Guatemala, irritando le istituzioni che hanno promesso di punire subito i colpevoli.
Lo Stato guatemalteco è da sempre utilizzato come via di transito per il contrabbando di cocaina prodotta in Colombia e poi venduta in Messico e negli Stati Uniti. Di recente, il governo degli Stati Uniti ha donato 40 milioni di dollari statunitensi al Guatemala per aumentare la sua capacità operativa per contrastare il traffico di droga.
Una parte di questa donazione è stata tramite la concessione di 6 elicotteri che saranno utilizzati nel programma “Aviación Antinarcóticos del Ministerio de Gobernación y Defensa”, e il cui valore è pari a 11 milioni di dollari statunitensi. Invece, 24 milioni sono stati donati in equipaggiamenti speciali e, infine, i restanti 5 milioni saranno utilizzati per la costruzione d’infrastrutture necessarie per l’utilizzo di aeromobili.
Sebbene abbia sostenuto la necessità di legalizzare le droghe poiché la lotta armata al narcotraffico è stata finora fallimentare, il Presidente guatemalteco Otto Pérez ha dichiarato che la recente donazione concessa dagli Stati Uniti è comunque un importante evento per tale lotta.
Il Guatemala, come gli altri Stati dell’America centrale, ha potuto contare comunque di un particolare sostegno finanziario da parte del governo di Washington poiché, secondo i dati dell’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), negli Stati Uniti si registra il tasso mondiale più alto di consumo di cocaina, nonostante una diminuzione del 40% registrata tra il 2006 e il 2011, in parte dovuta alla minore produzione di cocaina in Colombia.