Poste Italiane entra in Alitalia
(11/10/2013) E così Alitalia vola dritto nelle braccia delle Poste. Già, perché fin dal tardo pomeriggio di ieri si erano rincorse voci che davano per imminente un ingresso di Poste Italiane nella proprietà della ex compagnia di bandiera, partecipando con 75 milioni di euro all’aumento di capitale previsto e necessario per proseguire l’attività.
300 milioni dovrebbero arrivare dai soci di Alitalia, 200 dalle banche. Ma Poste Italiane, che “vede la partecipazione totalitaria del Ministero dell’Economia e delle Finanze”, renderà certo il suo intervento economico solo dopo la decisione del cda e dell’assemblea, riunioni che si svolgeranno tra oggi e lunedì. Air France, che fino a poco tempo fa era immaginata con un ruolo diverso nella vicenda, sarebbe il principale partner internazionale di Alitalia”, ma anche qui occorre vedere la sua partecipazione all’aumento di capitale.
Per il ministro dei trasporti Maurizio Lupi l’operazione fatta su Alitalia non può minimamente configurarsi come aiuto pubblico o di Stato: “Poste Italiane certamente può essere non un aiuto da parte del pubblico, ma l’individuazione di un’azienda sana come partner industriale in un settore che è sempre di più complementare”. Stanti le condizioni “disastrose” di Alitalia, il Governo è intervenuto perché i privati facessero la loro parte nel risanamento e rifinanziamento e per “un fortissimo piano industriale all’insegna della discontinuità”, come segnalato dallo stesso Lupi stamane a Radio anch’io.
Diversa la posizione del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: “Sono sempre molto perplesso di fronte agli interventi di una mano pubblica in una società privata, ma passi, se è un cerotto per tamponare una situazione di emergenza”. Per Squinzi occorre “una riflessione seria una volta per tutte per avere un piano di medio-lungo termine. Forse l’Italia è diventata troppo piccola per permettersi una grande compagnia di bandiera”. A lui risponde Lupi: “Crediamo che non ci possa più essere una sola compagnia di bandiera, ma una grande alleanza internazionale. Riteniamo l’Italia un punto fondamentale per il trasporto aereo internazionale”.
L’affidabilità e la credibilità dell’operazione sono invocate da più parti: dai sindacati certamente, ma anche dal maggior fornitore di Alitalia, ossia l’Eni, per quanto riguarda il carburante: Paolo Scaroni ha assicurato che, a quella condizione, il suo gruppo “non fermerà i rifornimenti” di carburante.
Non si ferma l’attenzione dell’Enac (l’ente che monitora l’aviazione civile) sul caso Alitalia. C’è il rischio che la compagnia chiuda? “Se tutto procederà come indicato dal Governo credo che non si correrà il rischio” ha spiegato il presidente Vito Riggio a Repubblica. Occorre però appunto che si proceda all’aumento di capitale: “Se i soci lo approveranno tutto proseguirà normalmente anche se l’Enac attende l’evoluzione dell’operazione prima di tornare ai controlli di routine. In questi giorni l’esecutivo si è mosso in maniera efficace su un terreno pieno di insidie interne e estere. La regolarità e la sicurezza dei voli di Alitalia sono a posto. Quel che non va per ora sono i quattrini”.
Controlli probabili anche dall’Unione europea: secondo il portavoce del commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia, la Commissione esaminerà l’intervento delle Poste in Alitalia “se riceveremo una notifica”. Le condizioni per l’operazione, però sono le solite: “Alitalia può ricevere aiuti a condizione che le regole sugli aiuti per il salvataggio e per la ristrutturazione delle imprese siano rispettati”.