Epifani al Corriere della Sera: “Letta sta facendo miracoli. Mai visto uno sveglio come Renzi”
Lunga intervista rilasciata dal segretario del Partito democratico, Guglielmo Epifani, al Corriere della Sera. Molti i temi toccati dall’ex leader Cgil: la situazione economica del paese, le dinamiche congressuali del Pd, il rapporto tra Renzi e Letta. Si comincia con una valutazione sulle politiche economiche che il governo dovrebbe seguire in questi mesi.
“Chi da Squinzi in giù chiede il ‘manovrone’ sappia che dice cose giuste ma che non si possono fare perchè siamo appena usciti dalla procedura di infrazione”. I conti, dunque, vanno tenuti in ordine.
Più che manovra che aumenti la spesa, Epifani sottolinea come le priorità di intervento con la legge di stabilità siano l’allentamento del Patto di stabilità per i Comuni, in modo che quelli virtuosi possano avere meno vincoli di bilancio, e il cuneo fiscale.
I suddetti provvedimenti, però, non devono riguardare tutti indistintamente: “Bisogna fare delle scelte, spalmare cinque miliardi su tutti i lavoratori e tutte le imprese serve a poco: meglio concentrarsi da una parte sugli incapienti e dall’altra sull’Irap e sulla deducibilità degli utili reinvestiti. E poi bisogna intervenire per lenire il disagio sociale”.
Quali sono le modalità con le quali si può dare un aiuto alle persone economicamente più deboli? Epifani evita di fare della demagogia: “Il reddito di cittadinanza costa troppo, inutile farsi illusioni. Partirei dalla non autosufficienza, senza dimenticare pensioni ed esodati”.
Quanto al vincolo del 3%, secondo l’ex leader sindacale “l’Italia ha le carte in regola in Europa per negoziare. O l’Europa mette più soldi per lo sviluppo, ad esempio con gli eurobond, o ci lascia sforare il 3”.
Forte apprezzamento per il Presidente del Consiglio, Enrico Letta: “E’ molto bravo sul terreno internazionale, ha doti di mediatore e lunga esperienza di governo: sta facendo miracoli in condizioni difficilissime”.
Si passa poi a parlare del Partito democratico e del congresso alle porte. E qui Epifani riserva una carezza a Matteo Renzi, riconoscendone le indubbie qualità: “In vita mia ho conosciuto moltissime persone. Ma uno così sveglio, così pronto, così sul pezzo… Renzi ha una forza straordinaria. È evidente che la sua formazione non è compiuta. Ma impara in fretta”.
Interessante è il parallelo disegnato con un altro, seppur diversissimo, esponente della sinistra italiana del passato, Bettino Craxi: “Io al Midas (il famoso hotel in cui nel 1976 Craxi vinse il congresso del Psi e ne divenne il leader, ndr) c’ero. Anche Craxi aveva una grande forza. Ma era un’ altra stagione. Rispetto a Renzi, Craxi affondava molto più le radici nella sinistra, da giovane aveva lavorato nelle fabbriche di Sesto, dove il capo della Cgil era Pizzinato”.
Per quanto riguarda il voto da dare alle primarie, il segretario non si sbilancia: “Continuo ad avere un ruolo di garanzia”. Epifani si dice poi certo, quale che sia l’esito delle primarie, il partito non rischia una scissione: dopo la fine del berlusconismo “forse una frangia marginale e più moderata sceglierà di stare nel Ppe ma non le personalità forti, né Marini, né tantomeno Letta, che sostiene Schulz per la guida del Parlamento europeo”. Anzi, aggiunge Epifani, “io sono convinto che per un certo mondo cattolico la scelta del Pd sia irreversibile”.
Chiosa finale sui destini del centrodestra italiano e del Pdl: “L’operazione Alfano ha segnato una svolta: Berlusconi messo in minoranza nel suo partito. Non possono pensare di tornare indietro come se nulla fosse. O nascerà un centrodestra europeo, o si divideranno”.