Legge di stabilità, la guerra delle anticipazioni
Il presidente del Consiglio Enrico Letta ieri ha provato a mettere un freno, a modo suo, al fiorire continuo di indiscrezioni (dal valore incerto) sul contenuto della proposta di legge di stabilità che sarà presentata domani e che provocano continue polemiche. Su un tweet rilasciato ieri sera scrive, tra il piccato e l’esasperato: “Giornali a caccia di indiscrezioni spacciate per fatti su Legge Stabilità. Invito a leggere testo vero del Cdm martedì. Il resto è solo caos…”
Ieri, in effetti, la giornata è stata piuttosto calda. Qualche indicazione aveva provato a darla Flavio Zanonato, ministro dell o sviluppo economico: “Il cuneo fiscale lo tagliano, spero di 5 miliardi distribuiti tra imprese e lavoratori che significa da una parte ridurre il costo del prodotto e dall’ altra allargare il mercato interno” ha detto ieri a Mestre alla Repubblica delle idee, senza però anticipare molto altro: “Le risorse a disposizione per tutte le politiche che sono richieste sono limitate. Bisogna vedere come distribuirle nel segno dell’equità e nel segno dell’efficacia“.
Al solito, dunque, la coperta è corta e ciascuno tenta di non restare scoperto. Così basta qualche voce relativa ai contenuti per scatenare polemiche di ogni tipo. Zanonato nega di avere mai appreso di tagli alla sanità, ma Nichi Vendola apre il fuoco: “Qualcuno sta giocando con il fuoco. E’ irresponsabile anche la sola evocazione di ulteriori tagli. E dimostra quanto sia grave la deriva del governo Letta-Alfano. Penso che non si possa più colpire il welfare, la protezione sociale, i diritti dei cittadini”.
Come Vendola lui la pensa la presidente dell’Umbria, Catiuscia Marini, che chiede un tavolo immediato con le regioni: “Siamo davverostanchi di decisioni assunte da burocrati e consulenti dell’amministrazione dello Stato, pagati anche sei volte più di un giovane medico che presta la sua opera nelle corsie degli ospedali!”. Sul tema è intervenuto anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “L’ho già detto con grande chiarezza: il Sistema sanitario nazionale non può sopportare tagli della misura che abbiamo letto sui giornali, fino a 3 miliardi”. Ma dal governo è arrivata poi una rassicurazione: non è previsto alcun taglio al comparto sanitario.
I sindacati hanno richieste ben precise. Se per Raffaele Bonanni (Cisl) è una cosa buona che finalmente si riducano di nuovo le tasse che pesano sui lavoratori ma tre miliardi di euro non bastano, secondo Susanna Camusso (Cgil) non ci si può limitare a distribuire le risorse che ci sono, ma occorre “spostare significativamente i pesi“, in modo da trovare più risorse e “rendere percepibile la riduzione delle tasse sul lavoro”.
In particolare la Camusso invoca un maggior peso fiscale sulle rendite finanziarie: “Non possano più essere tassate al 20% mentre nel resto dell’Europa il prelievo parte dal 25% in su. Sui Bot si paga ancora il 12,5% mentre nel resto del mondo siamo al 20.Senza parlare di patrimoniale, che suscita drammi solo ad evocarla, si possono fare queste due operazioni nel segno della redistribuzione”. Operazioni di cui il Pdl non vuole sentire parlare, mentre con Gibiino continua a dire che occorre puntare sui tagli alla spesa improduttiva, agli sprechi, riducendo nel contempo una pressione fiscale da tempo insostenibile.
Pessimista il commento di Giuliano Cazzola (Sc): “Se i contenuti della legge di stabilità sono ancora abbastanza indefiniti a poche ore dalla presentazione del disegno di legge non dipende tanto da un maggior livello di riservatezza di Letta e dei suoi ministri, quanto piuttosto dal fatto che il governo non sa ancora dove mettere le mani per far quadrare le promesse con le coperture finanziarie. Per fortuna l’Unione europea ci sorveglia da vicino”.
Nel frattempo l’invito di Letta sembra caduto nel vuoto: la stessa Presidenza del Consiglio ha dovuto smentire come una delle “tante ‘bufale’ che circolano in questi giorni” l’aumento dell’Iva sui libri dal 4% al 7%.
Gabriele Maestri