Franceschini alla Stampa: “Sgravi fiscali solo con tagli alla spesa”
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Dario Franceschini, intervistato dalla Stampa spiega le future strategie del governo per rilanciare l’economia: momento fondamentale, ovviamente, è la legge di Stabilità che tra poco approderà alle Camere.
Nell’intervista, il ministro pone l’accento sulla grande mole di lavoro svolta nei giorni passati assieme ai ministri economici. “Arriviamo a questo snodo cruciale – esordisce Franceschini – alla fine di un percorso durato cinque mesi, nei quali abbiamo restituito 12 miliardi per il 2013-2015 dopo anni in cui i governi erano stati costretti solo a chiedere. E a pochi giorni dall’ultimo decreto con cui siamo rientrati sotto il limite del 3%”.
Il governo Letta, dunque, qualche risultato lo sta ottenendo. Forte di ciò, l’ex segretario del Pd si toglie anche qualche sassolino: “Quando mi guardo attorno e vedo il dibattito sui giornali, le richieste di forze politiche e parti sociali ho però l’impressione che non ci sia la consapevolezza di quanta strada ancora vi sia da percorrere prima che la crescita faccia percepire in concreto i risultati”.
Nei prossimi giorni al governo spetterà la delicatissima scelta di quali tagli alla spesa fare, perché, come spiega il ministro, “per reperire le risorse necessarie (per i tagli alle tasse sul lavoro, ndr) siano un miliardo o cinque, serviranno tagli di pari misura alla spesa pubblica che, ovviamente non saranno indolori”.
Ma quali saranno i settori maggiormente soggetti al rigore di bilancio? “Questa è la scelta politica delle prossime ore”. Una cosa però Franceschini la garantisce: “La stagione dei tagli lineari che colpiscono allo stesso modo la difesa e la scuola l’abbiamo lasciata alle spalle. Questa volta dovrà essere lo Stato a dare in termini di contenimento della spesa”. Forse un’allusione ad eventuali tagli ai costi della politica?
L’intervista non si ferma all’economia ma tratta anche un altro tema caldissimo di queste ore: il provvedimento su indulto e amnistia, sollecitato da Napolitano ma avversato da Renzi, con i conseguenti attacchi dei ministri rivolti al sindaco di Firenze.
Franceschini non si sbilancia: “Napolitano con il suo messaggio ha giustamente messo le Camere di fronte all’evidenza di un drammatico problema: il sovraffollamento disumano delle carceri e il rischio di violazione e sanzioni europee. Ed ha proposto una serie articolata di possibili soluzioni, tra cui anche l’amnistia e l’indulto”. Dal canto suo Renzi “ha precisato che le sue parole non erano in alcun modo contro il capo dello stato, ma che riflettono i suoi dubbi su una delle misure contenute nel messaggio”.
Battuta finale sull’imminente congresso del Partito democratico, nel quale la gran parte dei parlamentari vicini al ministro (areadem) sostiene proprio il sindaco di Firenze a segretario. “Non c’è rischio di una scissione, anzi penso che primarie vere di competizione non rendano impossibile un lavoro comune dopo tra i candidati in campo: ricordo che così abbiamo fatto Bersani e io dopo le primarie del 2009”.