Terra dei Fuochi, continua la mobilitazione in attesa della manifestazione del 16 novembre.
Nonostante l’attenzione scemata in questi giorni, anche a causa della strage di migranti a Lampedusa, continua la mobilitazione generale nella “Terra dei Fuochi” per chiedere provvedimenti al governo.
In provincia di Napoli si continua a morire. Dopo il servizio de “Le Iene”, andato in onda qualche settimana fa, la mobilitazione in provincia di Napoli si è acutizzata ancora di più. Non si contano più, infatti, le manifestazioni in provincia di Napoli, tra cui si ricordano le maree umane presenti alle marce tra Giugliano e Aversa e a quella tra Orta di Atella e Caivano, mentre prende piede il progetto di unire sotto un solo coordinamento la miriade di comitati e associazioni locali per combattere questa situazione.
Anche gli incontri tra comitati e cittadini non si contano più, ultimo dei quali tenutosi a Sant’Antimo, dove l’associazione Agorà ha ospitato i delegati del comitato di Giugliano “No Inceneritore”, il “Coordinamento comitato terra dei Fuochi” e “Terra Mia”. Durante l’incontro si è presentata la manifestazione che è stata indetta per il 16 novembre a Napoli, una manifestazione generale che intende spostare l’attenzione e la mobilitazione dalla provincia alla città.
Intanto a Napoli, nella Terra dei fuochi, si muore. Infatti, nonostante l’attenzione mediatica delle ultime settimane, non ci sono stati sostanziali cambiamenti. Di certo ci sono molti più cittadini che hanno preso coscienza del problema, ma non passa giorno che non si contino almeno una decina di roghi tossici che avvelenano l’aria.
Sul tema si è espresso anche il governatore Stefano Caldoro, che, tramite il suo blog e la sua pagina Facebook, ha invitato i membri dell’esecutivo nazionale a venire in Campania, per poi richiedere una legge speciale per provvedere alla bonifica. Ma per i comitati guai a parlare di bonifica: parlare di bonifica, secondo i comitati, significa dar lavoro alla camorra. Infatti, come denunciano i comitati, “in Campania sta per arrivare un fiume di soldi, una forte attrattiva per i clan che vogliono mettere le mani sugli appalti per la bonifica”.
Tra i responsabili dei comitati è ancora vivo il ricordo degli anni ’80 quando, in seguito al terremoto in Irpinia, arrivarono da Roma tantissimi soldi per la ricostruzione, per i quali vinsero gli appalti tantissime aziende con forti infiltrazioni camorristiche, se non proprio di proprietà di uomini dei clan.
Intanto ieri a Napoli si è tenuta un sit-in del comitato “No Inceneritore” di Giugliano, culminato nell’occupazione degli uffici dell’assessorato all’ambiente. I ragazzi del comitato si sono recati negli uffici intonando cori, nel giorno dell’apertura delle buste dell’appalto per la costruzione dell’inceneritore, per richiedere la sospensione del progetto. Ma presto sono arrivati poliziotti in assetto anti sommossa che ha violentemente sgomberato gli uffici.
Dai comitati arriva anche la denuncia di una informazione che non fa del tutto il suo lavoro. Infatti, denuncia la delegazione di Terra Mia, “siamo continuamente respinti dai media nazionali e descritti come dei facinorosi che vogliono affossare l’economia campana”. In effetti la Coldiretti in Campania mal vede il movimento che si sta sviluppando, colpevole di diffondere allarmismo sui prodotti agroalimentari, che stanno già vedendo un forte calo nelle vendite in una regione che non riesce a vedere una vera e propria crescita da tantissimi anni. I comitati, da parte loro, rispondono ricusando le accuse, e dichiarando di pensare e “lottare solo per la salute di tutti i cittadini campani”.