L’Inter parla indonesiano. Thoir firma per il 70%. A Moratti 250 milioni di euro.
Finisce come prevedibile la lunga telenovela, semestrale, intorno alla cessione del 70% del pacchetto azionario della F.C. Internazionale, comunemente conosciuta come Inter, di cui Moratti era il proprietario. Il club milanese passa così dal magnate della raffinazione petrolifera al finanziere dell’editoria e della televisione indonesiana.
La cifra si aggirerebbe intorno i 250 milioni di euro, una somma molto più alta di quella con cui il figlio di Angelo rilevò l’Inter da Ernesto Pellegrini nel 1995 ma, calcolate le decine e decine di acquisti degli ultimi 18 anni targati Moratti, è immensamente inferiore all’oltre miliardo di euro speso appunto per nuovi giocatori, spesso rivelatosi inadeguati per valore del cartellino e compenso.
Massimo Moratti, che forse resterà presidente onorario, ha dichiarato, emozionato e scosso, di essere “soddisfatto per aver lasciato la società a delle persone per bene”. L’identità della dirigenza, della squadra e della società ne risentiranno, ovviamente: “Ognuno dà una sua impronta e col tempo; quella dei nuovi proprietari sarà diversa dalla mia, l’ importante è che sia rispettosa di tutto, ma anche su questo non ho dubbi”.
I nuovi proprietari, appunto. Perché non è il solo Thohir ad acquistare le azioni interiste. Il 70% del pacchetto di Moratti è stato, infatti, frazionato nel 35% al magnate delle telecomunicazioni, il 17% al presidente della Recapital Advisor Roeslani e l’altro 17% all’imprenditore energetico Soetedjo. Si pensa che dal 2014 possa entrare nella direzione interista, con l’acquisizione di un’importante fetta di capitale, la famiglia Bakrie, il cui erede è in corsa per le elezioni presidenziali del 2014 a Jakarta.
La presidenza di Moratti è durata ben 18 anni. Acquisita sabato 18 febbraio 1995, significò il ritorno di un Moratti alla guida del club neroazzurro ventisette anni dopo che il padre, il grande Angelo, la cedesse ad Ivanoe Fraizzoli.
I primi anni di Moratti junior furono durissimi: incapace di scegliere una rotta sicura e ferma, esonerò un numero impressionante di allenatori che in altre società imposero la loro legge. Manager come Ottavio Bianchi che al Napoli vinse uno scudetto, una Coppa Uefa ed una Coppa Italia, tecnici come Marcello Lippi che vinse 5 scudetti, una Champion’s League ed un Mondiale per Nazionali, mister come Mircea Lucescu da 9 anni guida lo Sachtar Donetsk vincendo ben 7 campionati nazionali ed una coppa Uefa e tanti altri ancora. Le prime importanti vittorie si registrarono dopo lo scandalo Calciopoli: nella seconda metà del decennio 2000, infatti, l’Inter prima a guida Mancini, poi Mourinho, imposero la legge del più forte e si aggiudicarono gli ultimi 5 scudetti del decennio (il primo d’ufficio), conseguendo, con lo Special One in panchina, l’incredibile treblè nella stagione 2009-2010 (scudetto, Champion’s League e Coppa Italia nello stesso anno).
Gli ultimi anni però, l’Inter ha avuto un calo improvviso e parzialmente inatteso. La nuova gestione Mazzarri sembra poter dare una importante identità alla squadra. Nonostante questo Massimo Moratti, come suo padre quarantacinque anni prima, ha sentito che per poter dare una scossa alla squadrea e per il bene della società l’unica via era lasciare. La nuova era degli indonesiani è cominciata. Nessun gruppo asiatico aveva mai guidato una squadra di club italiana. Un futuro incerto si profila per l’F.C. Internazionale. Ma non sarebbe comunque la prima volta.