Enrico Letta ha dichiarato: “La metà delle auto blu non dello Stato sono nelle sei regioni del Mezzogiorno, e questo non va bene”. Pagella Politica ha effettuato il fact-checking della dichiarazione e si è espressa con un “Vero”!
Letta si inserisce nel filone di dibattito al centro della cronaca, ovvero la spending review e, in particolare, la riduzione del parco auto della pubblica amministrazione. Il premier attira l’attenzione sul fatto che alcune regioni meridionali sembrano usufruire di questo servizio in misura largamente maggiore rispetto alle altre zone del Paese. In linea con il linguaggio della pubblica amministrazione, presumiamo che le sei regioni del sud includano le quattro regioni continentali – Basilicata, Calabria, Campania e Puglia – e le due isole maggiori – Sardegna e Sicilia.
Formez PA realizza, su incarico del Ministero per la Pubblica Amministrazione e la Semplificazione, il censimento permanente delle auto pubbliche in modo da valutare l’impatto dei tagli alla spesa avviati con la legge di stabilità del dicembre 2012.
L’ultimo rapporto sul censimento delle auto pubbliche aggiornato a a giugno 2013, afferma che il totale delle auto blu (definite come “quelle di rappresentanza in uso ai vertici delle amministrazioni, o comunque di servizio guidate da un autista”) è pari a 6723 e che durante i primi cinque mesi del 2013 questo numero è diminuito del 6,3 percento.
Il rapporto ci permette anche di risalire alla quota di auto blu usate dalle amministrazioni “non dello Stato” attraverso la distinzione tra le auto delle amministrazioni centrali e quelle delle amministrazioni locali. Come si evince dalla tabella ripresa dal rapporto, le auto blu delle amministrazioni locali sono 4947; la somma delle auto blu delle amministrazioni locali nelle sei regioni del mezzogiorno è pari a 2531, poco più della metà.
L’argomentazione di Letta è supportata quindi da un dato sostanzialmente giusto, “Vero”!