Come non ricordare il titolo della Gazzetta “E’ tutto vero!” I giornali sportivi potrebbero riprendere quel titolo leggendario ribaltandone il senso: la Nazionale di Prandelli pareggia contro l’Armenia al San Paolo con la complicità di un gioco, a dir poco, imbarazzante per i primi venti minuti e sprecone per il resto della gara. La qualificazione era già stata ottenuta ma il posto fra le teste di serie al Mondiale è, a causa di questo pareggio, in bilico.
Prandelli decide all’ultimo minuto di schierare Osvaldo, supportato dagli esterni Insigne e Florenzi, al posto di Balotelli, non proprio in condizioni ottimali. Ovviamente è inutile piangere sul latte versato ma, a posteriori, non si può certo evitare di chiedersi come sarebbe andata la partita se SuperMario fosse stato titolare. Gli avversari armeni hanno niente da perdere e tutto da guadagnare: sono appena ad un punto dalle seconde in classifica, Bulgaria e Danimarca e sognare non costa nulla a Mkhitaryan e compagni.
Inizia il match e, fin da subito, i tifosi napoletani, in estasi per la presenza del giovane Insigne fra gli azzurri, capiscono che le cose si potrebbero mettere male. L’Italia che si trascina lungo il campo sembra la copia della Nazionale delle amichevoli pre mondiali: quella composta da undici turisti capitati casualmente su un campo da gioco. L’Armenia non aspettava altro e impiega appena quattro minuti per far venire la pelle d’oca ai tifosi azzurri. Pelle d’oca che si trasforma in deprimente stupore quando, due minuti dopo, Aquilani sbaglia clamorosamente un passaggio che si trasforma in un rimpallo favorevole per Movsisyan che insacca il pallone alle spalle di uno stralunato Marchetti. Inizia un incubo che durerà ancora un quarto d’ora durante il quale, fortunatamente, l’Armenia non prende il largo.
Si rivela essere proprio Insigne l’azzurro incaricato di scuotere i compagni. Al 22’ scalda i pali della porta armena su respinta e, al 24’, sfrutta l’erroraccio di Yedigarian per impacchettare il gol, scartato di testa da Florenzi, del pareggio. L’Armenia si chiude in difesa pronta a respingere gli assalti azzurri che, nonostante gli sforzi di un immenso Insigne, non riescono a portarsi in vantaggio.
La seconda frazione di gioco segue la falsa riga della prima, unica differenza è la presenza di Balotelli che, subentrato al 9’ ad Osvaldo, incita i compagni alla rimonta; subito dopo entra anche Candreva al posto di Florenzi. Insigne sembra indiavolato e si rivela sempre il più pericoloso per gli avversari nonostante si divori due “occasionissime” nell’arco di tre minuti. Per la non detta regola del “Gol sbagliato, gol subito” ecco che l’Italia viene beffata dal solito Mkhitaryan ( a segno anche nella gara d’andata) che viene notevolmente aiutato dal doppio errore di Marchetti. Prandelli, quando, nel dopo gara, ha parlato di giocatori per i quali la maglia della Nazionale è pesante, si riferiva probabilmente al portiere della Lazio. Fortunatamente, appena sei minuti dopo, ci pensa Balotelli a riportare la situazione di parità grazie anche all’assist di Pirlo.
L’Italia prova e riprova a sbloccare la situazione ma l’arbitro fischia tre volte e gli azzurri si dirigono verso gli spogliatoi. La Nazionale ha mostrato un grande carattere ed una grande determinazione; doti fondamentali della forza italiana: il “gruppo” che ci ha fatto vincere un mondiale ed arrivare secondi ad un europeo. Certo però che se il tanto osannato gruppo riesce a stento a pareggiare contro l’Armenia non siamo messi benissimo.