Diciotto dicasteri, undici alla Destra e sette al Partito del Progresso: in Norvegia è stato presentato il nuovo governo.
A guidarlo sarà la leader della Destra in Norvegia Erna Solberg. Nessuna sorpresa nella lista dei ministri, molte scelte erano già state anticipate dalla stampa nelle ore precedenti. Perfetto l’equilibrio tra i sessi: nove gli uomini e nove le donne. Età media 43,6 anni.
Siv Jensen, leader del Partito del Progresso, prende il ministero delle Finanze: da lì proverà a muoversi sul sentiero del ‘meno tasse e tagli alla spesa’ tanto battuto in campagna elettorale. Al suo partito vanno anche altri dicasteri di peso: Tord Lien guiderà quello del Petrolio e dell’Energia. Ketil Solvik-Olsen prende i Trasporti. Ad Anders Anundsen il ministero della Giustizia. Lavoro a Robert Eriksson. La sensazione è che Siv Jensen con questi uomini voglia portare il partito in una fase nuova, più moderata e adatta ad affrontare le nuove sfide.
La Destra gestirà il dicastero della Difesa con Ine Marie Eriksen Søreide e la Cultura con Thorhild Widvey. Il ministero della Salute (su cui anche il Partito del Progresso aveva messo gli occhi) sarà guidato da Bent Høie. Esteri a Børge Brende. La Scuola a Torbjørn Røe-Isaksen. Un elenco di personaggi di spessore, uomini e donne di cui Solberg e Jensen si fidano.
A Oslo il passaggio di consegne è dunque stato ultimato. Erna Solberg è da poche ore ufficialmente al timone della Norvegia. L’ex primo ministro laburista Jens Stoltenberg aveva rassegnato le dimissioni lunedì scorso e nel primo pomeriggio di oggi ha consegnato le chiavi del suo ufficio a Solberg. Si chiude una pagina di governo durata otto anni e insieme si chiude una stagione politica.
Dagli anni ’60, dai tempi cioè di Einar Gerhardsen (il landsfaderen, il “padre della patria) nessuno era riuscito a restare al governo così a lungo. Per la Norvegia è un passaggio simbolico. “Cari amici, grazie per questi otto anni fantastici” ha twittato Stoltenberg lunedì pomeriggio, pubblicando una foto che lo ritrae mentre si accinge a firmare la lettera di dimissioni: un’immagine a suo modo storica.
Stoltenberg è stato un primo ministro amatissimo, e in modo trasversale. Nel simbolico passaggio delle chiavi dell’ufficio, Solberg ha avuto per Stoltenberg parole di stima e rispetto: “Sarai ricordato nei libri di storia come uno dei più grandi primi ministri della Norvegia”.
Ora l’ex premier guiderà il partito in Parlamento, e ha già cominciato a colpire ai fianchi il governo di centrodestra lanciando un messaggio a liberali e cristiano popolari, che appoggiano dall’esterno l’esecutivo di Solberg: “Potrebbero ottenere molto di più collaborando con noi” ha detto. Mancano quattro anni alle prossime elezioni, ma Stoltenberg e i laburisti hanno già una gran voglia di riprendersi quei posti lasciati a inizio settimana.
E il suo futuro personale quale sarà? Lascerà il vertice del partito a qualcun altro, come scritto un po’ da tutti subito dopo le elezioni? Oppure guiderà i suoi anche nel 2017? Lui di farsi da parte sembra non averne voglia: è relativamente giovane, ha 54 anni e resta di sicuro il politico di maggior spessore nel partito. Chissà, forse la storia politica di Stoltenberg è tutt’altro che finita. I norvegesi sono i primi ad essere curiosi di vedere come andrà a finire.