Nucleare Iraniano. Si sono aperti a Ginevra martedì 15 ottobre i nuovi negoziati del gruppo 5+1, i primi dall’elezione del nuovo Presidente iraniano Rouhani.
Il Gruppo 5+1, nato nel 2006 e composto dai cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza ONU (USA, Regno Unito, Francia, Cina, Russia), assieme alla Germania, è il team incaricato di negoziare con l’Iran sul programma nucleare di Teheran. Quelli apertisi martedì sono i primi negoziati da quando il radicale Ahmadinejad non è più Presidente della Repubblica Islamica dell’Iran, nonché i primi dal lento riavvicinamento diplomatico tra gli USA e l’Iran, suggellato dalla telefonata tra Obama e Rouhani del settembre scorso, per la prima volta dalla Rivoluzione del 1979.
I negoziati si stanno svolgendo a porte chiuse, pertanto i dettagli non sono resi noti ai media, però dalle prime dichiarazioni dei capi delegazione trapela un certo ottimismo.
I negoziatori delle principali potenze mondiali chiedono all’Iran di rinunciare ad un uso militare del suo programma nucleare e, in cambio, si dicono disposti ad allentare la morsa delle sanzioni commerciali inflitte da anni al Paese leader del mondo arabo sciita. Sia gli USA che l’UE hanno comminato all’Iran sanzioni economiche, come l’embargo petrolifero o altre che hanno colpito il settore finanziario, mettendo in seria difficoltà la tenuta dell’economia iraniana.
Un’altra questione sul tavolo è quella dell’uranio: l’Occidente chiede all’Iran di cessare l’arricchimento dell’uranio al 20%, soglia limite per la produzione di materiale bellico. L’Iran si rifiuta di farlo e, ancor più, di spedire all’estero buona parte del suo stoccaggio, come chiesto dalle controparti. Alcune fonti rimaste anonime hanno rivelato all’Associated Press, però, che l’Iran si sia deciso ad interrompere il programma di arricchimento dell’uranio, notizia poi rimbalzata anche sul canale di Stato iraniano Irinn
Al debutto dei negoziati di martedì 15, il viceministro degli Esteri Abbas Araghchi ha sottoposto ai negoziatori occidentali la proposta iraniana, con una presentazione Power Point dal titolo “La fine delle crisi non necessarie e l’inizio di nuovi orizzonti”. Nel corso di mercoledì 16, Araghchi ha rilasciato alcune dichiarazioni, affermando che l’Iran si renderà disponibile a ispezioni a sorpresa nei propri siti nucleari, ma solo nella parte finale del piano. “Queste questioni non sono previste nella prima tappa del nostro piano ma fanno parte dell’ultima tappa” ha affermato.
Un clima di “cauto ottimismo”, così come l’ha definito il portavoce dell’Alto Rappresentante per la politica estera UE, sembra dunque aver pervaso la due giorni di negoziati. Momento chiave è stato l’ incontro bilaterale fra Araghchi e il capo negoziatore Usa, nonché Sottosegretario di Stato, Wendy Sherman. Da parte di Israele, sono giunte le critiche del Premier Benjamin Netanyahu che considera la fine della sanzioni contro l’Iran “un errore storico”.