“Spy story”: Brasile e Messico pretendono maggiori chiarimenti da Washington
Durante lo scorso giugno, Edward Snowden aveva pubblicato i documenti riguardanti il programma PRISM che mirava alla sorveglianza su comunicazioni dal vivo di gran parte del traffico Internet mondiale e delle informazioni memorizzate. In particolare, tali documenti rivelavano come la National Security Agency (NSA) avesse realizzato un vasto programma di spionaggio in America Latina, in particolare in Brasile e Messico, dove pare siano stati spiati i rispettivi presidenti.
Il Presidente del Brasile Dilma Rousseff, non essendo stata sufficientemente rassicurata da Obama, ha deciso di annullare la visita di Stato a Washington, soprattutto dopo aver appurato che le sue comunicazioni personali fossero state spiate. Collaborando con l’Argentina e altri Paesi dell’America Latina, il Brasile ha approfittato dello scandalo della NSA per migliorare la difesa cibernetica, al fine di sviluppare nuovi sistemi di posta elettronica.
Al momento, vi è un’enorme sfiducia nei riguardi degli Stati Uniti tanto che anche il Messico, guidato dal Presidente Enrique Peña Nieto, è stato costretto a richiedere un’approfondita indagine riguardante la “spy story”. La pressione politica del Paese non ha dato altra scelta al governo messicano di condannare l’NSA per il furto dei dati sulle sue scelte ministeriali e richiedere una risposta “chiara e precisa” da parte degli Stati Uniti, gravemente accusati di aver spiato lo stesso Peña Nieto.
Di recente, il Messico aveva già espresso il proprio disaccordo con il governo di Washington a proposito della sicurezza e della migrazione, e dopo le rivelazioni riguardanti il PRISM, ha convocato immediatamente l’ambasciatore degli Stati Uniti per spiegare le accuse.
Peña Nieto ha già avuto l’occasione di discutere la questione con il proprio omologo statunitense, Barack Obama, nel corso di un incontro privato tenutosi in Russia all’inizio di settembre. Tuttavia, alcuni senatori dell’opposizione ritengono che il Messico debba reagire in maniera “forte” e chiedere maggiori spiegazioni provenienti dagli Stati Uniti, esigendo un’approfondita indagine e una delimitazione delle responsabilità per presunti atti di spionaggio.