Slovenia: l’opposizione si mobilita per formare un governo alternativo
Quattro partiti di opposizione – il partito liberale Lista di Marjan Šarec, il Partito SocialDemocratico, il Partito di Alenka Bratušek, di ispirazione social-liberale, ed il partito Levica (la Sinistra) – hanno iniziato a discutere la formazione di un governo alternativo a quello attualmente presieduto da Janez Janša.
A smuovere le acque nell’opposizione è stata l’iniziativa dell’economista Joze Damijan, il cui progetto, chiamato “Coalizione dell’Arco Costituzionale“, è stato accolto favorevolmente dai partiti che si oppongono al Primo Ministro Janša.
Marjan Šarec ha comunicato che le discussioni sono state fino a questo momento proficue. L’ex premier sloveno ha infatti dichiarato che la proposta di Damijan ha diversi punti in comune con i programmi elettorali dei partiti di opposizione. Šarec si è tuttavia premurato di sottolineare che le discussioni continueranno nei prossimi giorni, lontano da videocamere e microfoni, poiché un accordo completo tra le forze politiche coinvolte non si è ancora raggiunto.
Una nuova maggioranza parlamentare?
Poiché la resa dei conti tra la maggioranza e l’opposizione, almeno secondo l’attuale Premier, non può effettuarsi sul terreno di scontro delle elezioni anticipate, l’iniziativa promossa dall’economista Damijan si propone di assemblare una nuova maggioranza parlamentare. I quattro partiti che hanno finora accolto la proposta contano complessivamente 39 seggi. Al fine di ottenere la maggioranza in Parlamento, che consta di 90 seggi totali, le quattro forze di opposizione hanno tentato di convincere sia il Partito del Centro Moderno (8 seggi), sia il Partito Democratico dei Pensionati della Slovenia (5 seggi) ad abbandonare la coalizione di governo.
I leader di questi due partiti hanno tuttavia rispedito al mittente la proposta, ben decisi a continuare l’esperienza di governo. Un cambio di schieramento di queste due forze potrebbe incrementare l’instabilità politica, avvicinando la prospettiva di nuove elezioni. Sia il Partito del Centro Moderno che il Partito Democratico dei Pensionati temono che le urne possano drasticamente ridimensionare il loro peso nell’assemblea nazionale, e dunque preferiscono restare ancorati all’attuale esecutivo.
La reazione del premier Janša
La risposta del Premier sloveno all’iniziativa di Joze Damijan non si è fatta attendere ed è stata affidata a Twitter. In un messaggio Janša ha dichiarato che “chiamare arco costituzionale un piccolo gruppo di partiti di sinistra ed estrema sinistra significa ridicolizzare sia la lingua che l’ordine costituzionale della Slovenia” , aggiungendo che “per definizione un arco costituzionale richiede la rappresentazione di almeno due terzi dell’elettorato“.
I punti salienti dell’iniziativa
Il manifesto della “Coalizione dell’Arco Costituzionale”, sottoscritto anche da diversi intellettuali sloveni fra cui il celebre Slavoj Žižek, inserisce tra le priorità una risposta più efficace alla crisi causata dal Covid-19, un numero più consistente di investimenti nella sanità pubblica e nell’istruzione, una maggiore attenzione allo sviluppo digitale e sostenibile, oltre che l’assoluta integrità dello stato di diritto.
Per quanto concerne l’emergenza sanitaria, l’iniziativa di Damijan propone sia l’immediata creazione di centri regionali per curare pazienti affetti da Covid-19, sia la riduzione dei tempi di attesa per i tamponi. Viene inoltre proposto l’incremento della spesa sanitaria per un importo pari all’1% del PIL nel 2021 e del 3% entro il 2025.
Il manifesto propone di finanziare il rinnovamento della rete ferroviaria e la costruzione di nuove scuole e ospedali tramite la creazione di un fondo di investimento, che verrebbe finanziato attraverso l’emissione sul mercato interno di obbligazioni trentennali.
L’economista sloveno, infine, si impegna a destinare almeno l’1% del PIL a ricerca e sviluppo entro i prossimi 5 anni, incrementando inoltre i fondi per la cultura del 20%.
I punti deboli della proposta
Convincere forze politiche a cambiare schieramento, abbandonando peraltro l’attuale posizione di governo, è lo step più complicato del piano promosso da Damijan.
La posizione dell’economista è inoltre indebolita dal suo passato. Per diversi mesi ha infatti servito come Ministro dello Sviluppo Economico nel primo governo guidato da Janez Janša. La posizione di Damijan, allora indipendente, è oggi cambiata, soprattutto dal punto di vista dell’ideologia economica. La sua figura potrebbe tuttavia risultare indebolita, e dunque essere oggetto di veto da parte dei principali partiti di opposizione per la carica di Primo Ministro.
L’infelice esperienza del governo presieduto da Marjan Šarec contribuisce a screditare ulteriormente l’azione della coalizione che sta ora tentando di formare una nuova maggioranza parlamentare. Il governo di centro-sinistra, alla guida del paese dal settembre 2018, è stato infatti costretto alle dimissioni a gennaio 2020 a causa delle profonde divergenze interne riguardanti le riforme.
La proposta di Damijan è dunque considerata da alcuni come un tentativo di ridare vita ad un soggetto che ha già dimostrato la propria inadeguatezza.