No Tav e centri sociali: allerta a Roma
Due giorni di manifestazioni, cortei e tendopoli, migliaia di poliziotti per le strade: a Roma è cominciata una quarantott’ore ad alta tensione. Oggi scendono in piazza studenti e sindacati, domani arrivano No Tav e centri sociali.
Stamattina i primi a sfilare per le strade sono stati Cobas, Cub e Usb, insieme a studenti e universitari: da piazza della Repubblica a San Giovanni, dove i manifestanti passeranno la notte in un accampamento.
Domani la manifestazione più temuta. A Roma si raduneranno No Tav, No Mous, attivisti dei centri sociali, movimenti per il Diritto all’abitare. Partenza alle 14,00 proprio da San Giovanni in direzione piazzale di Porta Pia, un itinerario che toccherà via Cavour, piazza della Repubblica, viale Castro Pretorio e che porterà il corteo nei pressi del ministero dell’Economia e delle Finanze, della Cassa depositi e prestiti e del ministero delle Infrastrutture. Obiettivo: arrivare nei pressi di Porta Pia, a poche centinaia di metri dal dicastero dell’Economia, e accamparsi lì per rimanere almeno fino a domenica. Secondo gli organizzatori potrebbero essere 30.000 i manifestanti, provenienti da tutta Italia. Le forze dell’ordine pensano che alla fine saranno molti di meno.
Il clima non è sereno. Slogan e dichiarazioni caricano di tensione la vigilia: “la guerra è iniziata”, “assediamo il potere”, “ribelliamoci”, “sollevazione generale”, “non accetteremo provocazioni”, “vendetta”. In giro per la città sono comparsi manifesti con su scritto “ricordate il 15 ottobre?”, un riferimento a quel pomeriggio d’autunno del 2011, quando per le strade intorno a San Giovanni polizia e manifestanti si scontrarono duramente per ore nel corso del corteo degli Indignados.
In questi giorni, in molti quartieri della città sono andati in scena blitz e flash mob, dall’occupazione della sede di Eurosistema di Bankitalia in via Nazionale alla Sala Freccia Club della stazione Termini: tutte tappe di avvicinamento alla manifestazione di sabato.
Le forze dell’ordine si sono preparate seguendo il consueto copione: cassonetti e cestini portati via dalle strade, tombini sigillati, strade bonificate, divieto di parcheggio lungo il percorso. Digos, antiterrorismo e intelligence sono al lavoro da giorni: sotto massima osservazione facinorosi che potrebbero arrivare dall’estero e che proprio nel tentativo di eludere i controlli potrebbero aver deciso di venire a Roma con giorni d’anticipo.
Quattromila gli agenti in divisa schierati per le strade del centro di Roma, forse di più. Il prefetto ha invitato i manifestanti a fare la loro parte, isolando i violenti. Ma domani la presenza di più sigle potrebbe però rendere complicato l’allestimento di un servizio d’ordine interno.
Sabato in strada sfileranno manifestanti contrari alle politiche monetarie, sociali e fiscali dell’Europa e dell’Italia. Rivendicheranno difesa dei territori e diritti, da quello alla casa a quello al reddito. Sotto accusa l’alta finanza e l’intera classe politica, colpevole secondo gli organizzatori di aver condannato il paese alla precarietà.