Kyenge a Bruxelles: L’integrazione costa molto meno della repressione
“L’inclusione sociale e l’integrazione costano molto meno della repressione”. Con queste parole è intervenuta il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge a Bruxelles, durante la conferenza Detenzione amministrativa dei migranti e movimento dei cittadini: è tempo di cercare alternative al Parlamento Europeo.
Al centro del dibattito, dunque, i centri di identificazione, oltre 400 in tutta Europa dove i migranti vivono, nella maggior parte dei casi, in condizioni disumane, come sostenuto dalle associazioni European Alternatives e Lasciateci Entrare, organizzatrici della conferenza.
Introducendo l’iniziativa Anna Lodeserto, di European Alternatives, ha affermato: “L’impegno delle Istituzioni nell’Anno del cittadino europeo deve essere tale anche per i cittadini che non vengono da uno dei 28 stati membri, ma arrivano e vivono in questi Paesi”.
Nei centri italiani, attualmente, i migranti vengono spesso trattenuti per un periodo mediamente di 18 mesi, ma quelle stesse strutture erano state pensate e costruite per un’accoglienza al massimo di 30 giorni. Reclusi e senza poter aver accesso a una vera tutela legale.
Inoltre dal 1988 sono 20.000 i morti accertati, ma molti non sono stati trovati e, dunque, contati. Erano in cerca di una nuova terra dove vivere, in fuga da paesi dove non potevano sopravvivere. Secondo il ministro Kyenge la valorizzazione della persona deve essere posta al centro prevedendo leggi con giusti equilibri: “Dovremmo salvare le vite non piangerle dopo”.
Intanto la settimana prossima a Strasburgo sarà votata una risoluzione su Lampedusa e il salvataggio in mare dei migranti. “Sia Barroso che Malmstrom, in visita a Lampedusa – ha affermato Silvia Costa europarlamentare dei Socialisti e Democratici – hanno detto che è una tragedia europea, ma anche la politica migratoria deve essere europea”.
Il diritto d’asilo è stato posto, ora, tra le priorità del governo italiano con la previsione di un finanziamento di 190 milioni da destinare all’accoglienza e 20 milioni ai minori non accompagnati. Nel prossimo decreto scuola sarà introdotto il permesso di soggiorno per i bambini direttamente per tutto il periodo di studio.
“In Italia, occorre abolire il reato di clandestinità che ha indotto il paradosso della condizione di indagati per i migranti sbarcati a Lampedusa e abrogare la Legge Bossi-Fini, così come è urgente ripristinare il rilascio del permesso di soggiorno umanitario previsto dal Testo Unico sull’Immigrazione del 1998 per le donne vittime di tratta” ha sostenuto con forza l’eurodeputata Costa .
Il ministro per l’integrazione ha poi ribadito alcune priorità: la libera circolazione, la collaborazione tra paesi di origine e paesi di destinazione dei migranti, la lotta contro la criminalizzazione dei migranti e le discriminazioni sul web e sui mezzi di informazione.
Cecile Kyenge ha poi sottolineato, durante una conferenza stampa con i giornalisti: “Ci sono norme europee sull’immigrazione che i paesi membri devono recepire: i centri di identificazione devono essere utilizzati come extrema ratio. Prima di ricorrere al trattenimento dovrebbero applicarsi misure alternative per raggiungere la finalità di un rimpatrio preferibilmente volontario”.
“Frontex – ha concluso il ministro per l’integrazione – deve essere rafforzato ma con un approccio diverso, deve svolgere la funzione di coordinamento e monitoraggio nella lotta ai trafficanti, ma anche per il salvataggio delle persone in mare”. Al momento però il Governo Italiano si è opposto alla proposta della Commissione Europea di conferire a Frontex, agenzia europea per la sorveglianza delle frontiere, nuove competenze per il coordinamento delle operazioni di localizzazione e salvataggio in mare dei barconi dei migranti.