Gaetano Quagliariello è uno dei cinque ministri del Pdl al Governo. Nelle ore calde della (rinnovata) fiducia al Governo Letta e della divisione in casa Pdl ha dato manforte al segretario Alfano contro chi, nel Pdl, votando la sfiducia avrebbe volentieri chiuso l’esperienza del governo delle ‘larghe intese’.
Con una intervista pubblicata oggi dal “Messaggero” il ministro per le riforme fa sapere che “da mercoledì 2 ottobre, giorno della fiducia a Letta, non si torna indietro. Se qualcuno puntasse di nuovo alla crisi, si ritroverebbe gli stessi numeri a favore dell’esecutivo. Anzi: forse anche qualcuno di più”. Le parole di Quagliariello suonano come un avviso a chi nel Pdl potrebbe ancora voler tentare di chiudere anzitempo l’esperienza del Governo Letta-Alfano.
Quagliariello è “dell’idea che bisogna coniugare la battaglia contro la persecuzione di Berlusconi con per i bisogni del Paese. Vede – aggiunge Quagliariello – in politica le scelte non sono esoteriche. Sento usare la categoria del tradimento in modo folle: contro Alfano, dentro Scelta Civica, ora persino contro Napolitano… Fermiamoci. Ragioniamo di linee politiche e di persone che le sostengono”.
Alla domanda se è possibile immaginare un centrodestra che inglobi Alfano, Casini e Fitto, guidato da Berlusconi il ministro Quagliariello risponde: “Se centrodestra vuol tornare a vincere all’interno di uno schema bipolare non solo è possibile: è obbligatorio. Quel che sta accadendo in Scelta Civica è una grande opportunità da cogliere. Partendo dalle scelte concrete di governo”.
La dura risposta di Nitto Palma a Gaetano Quagliariello – “Le affermazioni del ministro Quagliariello siano chiarissime, in sintonia perfetta con quanto affermato dal senatore Zanda il 2 ottobre, e costituiscono un nuovo forte elemento di divisione”.
Il presidente della commissione giustizia e coordinatore del Pdl in Campania commenta e reagisce alle parole di Quagliariello: “Prendo atto che il ministro Quagliariello, di cui ignoravo sia le capacità divinatorie che quelle di interpretazione del nostro elettorato, ha già definito i futuri assetti del centrodestra e del Pdl-Forza Italia, in particolare relegando il presidente Berlusconi al ruolo di padre nobile. Tanto da riaffermare che in caso di azzeramento, la cui concretizzazione può passare solo ed esclusivamente dalla decisione del presidente Berlusconi, non entrerà in Forza Italia”.
Nitto Palma si dice anche preoccupato perché “in un momento in cui tutti stiamo lavorando per l’unità del partito e per superare le attuali diversità il ministro Quagliariello, con tono non rasserenante, affermi che se qualcuno volesse aprire la crisi i numeri del 2 ottobre sarebbero gli stessi, se non di più”.