Mentre si discute ancora sul disegno di legge di stabilita’ – che ancora non è noto nei suoi contenuti esatti, non essendo stato presentato in Parlamento – si pensa alle prossime mosse del governo in ambito economico e sociale.
Il prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe innanzitutto emanare il decreto collegato alla legge di stabilita’: lì dovrebbero trovare posto il rifinanziamento (urgente) della cassa integrazione in deroga e della social card. Dovranno arrivare in fretta però anche il decreto sulla seconda rata dell’Imu sulla prima casa e il “decreto Fare 2” (anche se qualcuno parla già di “decreto Destinazione Italia 1”).
Nomi a parte, in quel provvedimento – allo studio da mesi, ma rallentato da altre emergenze economiche e politiche – dovrebbero trovarsi misure per ridurre il costo delle bollette energetiche per famiglie e imprese di circa 3 miliardi (rimodulando e dilazionando il peso sulle tariffe degli incentivi alle rinnovabili), come pure la compensazione fra debiti e crediti fiscali, la ristrutturazione della rete di distribuzione dei carburanti, altre misure a favore delle imprese (mini-bond per quelle piccole e medie, finanziamenti Bei per progetti innovativi, credito d’imposta al 35% per l’internazionalizzazione).
Per il decreto legge collegato alla legge di stabilità, però, si parla di tempi davvero brevi, che non dovrebbero andare oltre la prossima settimana: servono infatti 330 milioni per finanziare la cassa integrazione in deroga (dopo che la loro previsione nel decreto che doveva far slittare l’aumento dell’Iva ha seguito il destino di quel provvedimento). Oltre al rifinanziamento per 35 milioni della social card, sono previsti indennizzi fino a 5 milioni per le imprese danneggiate dai no-Tav, la stangata sull’Irpef del Comune di Roma, nuove garanzie dello Stato sulle operazioni sui derivati, una nuova spinta alle privatizzazioni, con la riattivazione dell’apposito Comitato presso il ministero dell’Economia, i finanziamenti di 25 milioni al Comune di Milano per l’Expo 2015.
Non è ancora chiaro invece che sarà della seconda rata Imu, che il governo si è impegnato a cancellare: il decreto necessario per scongiurare il pagamento del 16 dicembre, però, ancora non c’è. Avrebbe dovuto essere emanato entro il 15 ottobre, ma la situazione politica generale ha fatto slittare anche questo termine: resta però la necessità di coprire i 2,4 miliardi di euro legati dalla cancellazione della seconda rata.
LE CRITICHE DI BRUNETTA
Decisamente critico in questa fase è Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera, che si lamenta innanzitutto di non poter conoscere nei dettagli il contenuto del disegno di legge di stabilità: “Nessuno ancora conosce il testo definitivo, perché deve ancora arrivare alle Camere: è indecente – ha detto stamani su SkyTg24 -. Son cambiate sette, otto, nove versioni, i conti non sono ancora chiari. Non so cosa abbia mandato in Europa la notte del 15: questo è poco serio non tanto da parte del governo, quanto da parte della tecnostruttura del Ministero dell’Economia, centinaia di persone che devono fare solo la legge di stabilità”.
Da Brunetta però arrivano anche critiche mirate: “Leggendo le carte viene fuori che l’Imu di Monti era 24 miliardi di euro, compresi gli extragettiti degli enti locali; l’Imu 2013, se sarà cancellata la seconda rata, dovrebbe essere attorno a 20 miliardi di euro, quindi 4 miliardi di euro in meno; l’Imu 2014 dovrebbe essere quasi 24 miliardi senza la parte aggiuntiva data ai comuni, che potrebbe portare a 30 miliardi di euro di gettito a consuntivo. Dov’è la riduzione della pressione fiscale, se solo sulla tassazione della casa abbiamo 10 miliardi in più?“
Per il deputato Pdl, insomma, è necessario un coordinamento forte preventivo rispetto alla discussione: “Di questo dovremmo parlare in cabina di regia – ha detto – se non funzionasse in Parlamento temo possa esserci l’assalto alla diligenza: potrebbero prevalere istanze corporative che portano a far saltare i saldi di bilancio, che sono gli equilibri finali e il risultato di un passaggio parlamentare può essere il loro peggioramento”. Fermo restando che, per Brunetta, “Questa legge di stabilità non è affatto coraggiosa: dov’è la riforma dell’Iva, della tassazione degli immobili? Dove sono i decreti legislativi di applicazione della riforma fiscale?”.
MARONI: “SOLO BRUTTE NOTIZIE”
Altre critiche vengono dalla Lega: secondo il segretario Roberto Maroni la legge di stabilità ha portato per ora “solo brutte notizie”. Ai parlamentari lombardi, poi, il leader del Carroccio chiederà di presentare un “emendamento” per chiedere lo sblocco delle risorse congelate agli enti locali per effetto del patto di stabilità interno (circa 8,5 miliardi).
“Liberare i soldi che i nostri enti locali hanno in cassa, ma che non possono spendere per colpa dei vincoli, avrebbe un importantissimo ‘effetto leva’ sull’economia – ha detto -. Alle Amministrazioni locali che hanno governato bene dev’essere data la possibilità di spendere l’avanzo per investimenti”
SQUINZI: “NIENTE PORCATE IN PARLAMENTO”
Una dura messa in guardia arriva dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi: “C’e’ il forte timore che nel passaggio da decreto a legge saltino fuori le solite porcate, porcherie, di cui abbiamo larga esperienza nel passato: mi auguro che questo non avvenga”.
Gabriele Maestri