Da Istanbul a Milano: la Resistenza turca raccontata attraverso i giovani di Macao.
Era il 27 maggio scorso quando, presso piazza Taksim a Istanbul, alcune decine di persone si accampano nell’antistante parco Gezi per difendere i suoi 600 alberi dalla costruzione di un grande centro commerciale e di una moschea; ma la polizia non ci sta e, dopo tre giorni di scontri, il bilancio nazionale è di più di 1000 feriti, 1700 arresti e 6 morti tra i manifestanti.
Una mattanza cui migliaia di persone, di differenti ideologie ed età, si oppongono con fermezza e intelligenza creando gruppi organizzati di professori, intellettuali, artisti, lavoratori e studenti come resISTanbul, collettivo di 16 giovani artisti che, dopo aver partecipato agli scontri, oggi si chiede attraverso l’arte quali saranno gli effetti di tanto fermento sociale sul mondo che verrà.
Tali domande sono giunte fino a Milano nella mostra resIStanbul – organizzata dal Nuovo centro per le arti, la cultura e la ricerca di Macao- lo scorso 19 settembre nel nuovo spazio di via Molise 68: “La mostra – spiega Fausto, curatore – nasce dalla documentazione audiovisiva che alcuni ragazzi di Macao hanno realizzato proprio durante i giorni degli scontri. Interessati da tanto attivismo ci siamo così messi in contatto con Yiğit Özatalay, il pianista che ha suonato Bella Ciao in piazza Taksim e attivista di resISTanbul, il quale ha traghettato fino a noi installazioni, video e foto raccolti dagli artisti”.
Tra di loro Müjde Çapraz, che si occupa di video arte in stop motion, ci racconta la sua: “In soli tre mesi, ma dopo anni di torpore, la società ha finalmente aperto gli occhi sulla situazione di arretratezza in cui versa la Turchia: ed ecco scendere per le strade donne e uomini diversissimi tra di loro per credo, scelte di vita e identità, ma accomunati dalla voglia di cambiare. Oggi sono tutti tornati alle loro vite, ma non bisogna abbassare la guardia: è sempre – continua con le lacrime agli occhi – il tempo di Bella Ciao”.
Parole, queste, con cui Macao si trova d’accordo: nato dall’attivismo dei lavoratori dell’arte e dello spettacolo, la sua strada è costellata da una serie di occupazioni di spazi – simbolo del degrado della cultura a Milano: dalla torre Galfa di via Galvani nel maggio 2012 al Palazzo Citterio di via Brera per approdare, nel giugno 2013, all’ex Borsa del macello di viale Molise.
In questo lungo cammino, Macao ha saputo restituire alla cittadinanza la cultura attraverso la creazione di corsi partecipati che toccano gli ambiti di teatro, arte, comunicazione, economia, architettura e musica: non ultimo, il progetto della web radio che consentirà di conoscere questa giovane ma volenterosa realtà in tutta la nazione.
Clara Amodeo