Alfano: “La legge di stabilita’ non è il quinto Vangelo”
Alfano: “La legge di stabilita’ non è il quinto Vangelo”
”La legge di stabilità non è il quinto Vangelo e ci sono grandi margini in Parlamento per intervenire”. Si rivolge direttamente agli ascoltatori di Radio anch’io, ma di fatto parla anche alle altre forze politiche e sociali il vicepresidente del Consiglio Angelino Alfano, aprendo dunque a modifiche del documento economico più importante dell’anno.
Si tratta certamente di un disegno di legge in cui si alternano “luci ed ombre”, è lo stesso Alfano ad ammetterlo, ma non accetta di sentirsi dire che è mancato il coraggio: “La cosa è più concreta: semplicemente sono mancati i soldi“. Anche per questo, non è tempo di dire solo “no”, ma di proposte concrete sulla legge di stabilita’: “Serve un approccio costruttivo perché chi dice solo che non va bene vuol dire che intende far cadere il governo”.
L’alternativa alla caduta del governo chiaramente è la sua durata: una durata che, anche per Alfano, non è “a ogni costo”. ”Sono convinto che questo governo trovi la sua forza e la sua legittimazione nel fare cose buone. Nessuno avrà accanimenti terapeutici nel dare una mano di aiuto a un governo che non fa cose positive. Fino ad ora ne ha fatte”.
Inutile negare che una grande parte della stabilità del governo è legata a fattori politici, in particolare a cosa accade e accadrà all’interno del Pdl mentre si trasforma in Forza Italia. Di certo, Alfano non vuole sentirsi attribuire idee di nuovi partiti o simili: ”Scissione? Finora ne hanno parlato solo i giornali e io non ho mai pronunciato questa parola. Lavoro e lavoreremo tutti per unità del partito intorno ed accanto a nostro leader Silvio Berlusconi. Questo sarà l’intendimento di tantissimi di noi”.
Già, perché nel futuro di quell’area c’è ancora il Cavaliere: “Il ventennio berlusconiano non è finito. A decretare la fine dei cicli politici sono gli elettori. Non c’è il voto domattina, ma i sondaggi testimoniano il fatto che Silvio Berlusconi oggi è inequivocabilmente il leader politico più capace di ottenere consensi. Non c’è uno elettoralmente più forte di lui”.
Alfano interviene anche, da ministro dell’Interno, sul problema dell’immigrazione, particolarmente sentito in questi giorni: “Quando gli immigrati arrivano da noi, noi rispettiamo i loro diritti e le leggi internazionali, ma loro devono rispettare le nostre leggi. C’è il rischio che diventi un problema di ordine pubblico, che noi gestiremo con tutta la forza necessaria per garantire ai cittadini di vivere sicuri nelle loro città”. Anche per questo, “l’accoglienza degli immigrati è un punto fermo, ma non possiamo tenerli tutti anche perché in un momento di crisi dobbiamo preoccuparci di dare un futuro dignitoso agli italiani: prima del futuro degli altri dobbiamo occuparci di quello degli italiani”.
Gabriele Maestri