“Evolvete, rafforzatevi, unitevi. Ma non lasciatevi superare. Chi vuole superare Scelta Civica, svendendola dopo essersene servito, merita una vostra reazione. Civile ma forte”. Usa parole di incitamento, Mario Monti, nella lettera inviata al vicepresidente del partito Alberto Bombassei con la quale rassegna le dimissioni da Presidente di Scelta Civica. Il Professore promette che il suo sostegno al partito “non verrà meno”. “La posta in gioco è troppo elevata: a volte qualche strattone può essere utile e necessario senza dover essere accusato di oscure trame volte a mettere a repentaglio la vita del governo presieduto da Letta”. E’ certo, l’ex premier, che le motivazioni della sua “sofferta ma necessaria decisione saranno comprese”.
Monti considera “paradossale” accusare Scelta Civica “di non di non dare adeguato sostegno al Governo, quando in questi mesi le turbolenze, le minacce e i diktat al Governo sono venuti piuttosto dal PD, impegnato in vivaci dibattiti precongressuali, e soprattutto dal PdL, che ha cercato di usare il Governo, a volte riuscendoci, per adempiere a carico dello Stato alle sue promesse elettorali. Contribuire all’azione di governo attraverso suggerimenti, critiche costruttive e proposte alternative mettendo così a frutto le preziose competenze di cui dispone Scelta Civica, costituisce a mio avviso il modo migliore per rafforzare la tenuta di un governo che – sottolinea – deve coraggiosamente imboccare nuove strade per modificare profondamente le asfittiche e polverose strutture produttive del paese, pena una sua rapida e forse irreversibile decadenza”.
Il Professore ammette di aver preso questa decisione con “amarezza ma lucidamente”. “L’ho presa – spiega – con la speranza che essa conduca tutti coloro – cattolici o laici, liberali o popolari – che hanno dato vita con entusiasmo e dedizione a Scelta Civica, ad impegnarsi con maggiore determinazione per costruire insieme una forza riformatrice, seria, europea”. Infine Monti non lesina critiche ai suoi detrattori, quegli 11 senatori di Sc che gli hanno voltato le spalle obbligandolo alle dimissioni. “Bisogna isolare quei pochi che, ottenuto il loro seggio in Parlamento o al Governo con il nostro simbolo (che allora, anche per loro insistenza, recava il mio nome), oggi vogliono “superare” Scelta Civica, in nome di nuovi progetti che appaiono non coerenti con i nostri valori costitutivi e che, comunque, non sono mai stati portati in discussione negli organi decisionali”.
Merloni si dimette – Intanto anche Maria Paola Merloni avrebbe rassegnato le dimissioni da vicepresidente di Scelta Civica. La senatrice è una degli 11 sottoscrittori della dichiarazione congiunta di sostegno al governo sulla legge di stabilità e della richiesta di verifica politico programmatica del gruppo al Senato.