Anche a Madrid la scottante verità sull’operazione “Prism”, da parte della NSA americana, è stata resa nota da un quotidiano, infatti, è El Pais che, citando dati e informazioni provenienti dai servizi segreti spagnoli, ha fortemente sposato l’ipotesi che anche i cittadini spagnoli siano stati “intercettati” nell’ambito di operazioni di spionaggio statunitensi.
La legge spagnola sulla privacy è una delle più garantiste al mondo: protegge i dati della chiamata ma anche il contenuto della stessa.
Gli operatori, tuttavia, sono, tenuti a conservare i dati ma possono metterli a disposizione solo delle forze dell’ordine o, comunque, di chi svolga funzioni di polizia giudiziaria.
Perfino i servizi segreti sono tenuti a chiedere l’autorizzazione all’autorità giudiziaria per poterli acquisire.
La puntata spagnola del Datagate sembra non aver niente in comune con il caso delle intercettazioni ai danni del Presidente brasiliano Dilma Rousseff o del Presidente della Repubblica del Messico Felipe Calderon: nessun politico figura tra gli intercettati finora.
Quello spagnolo non ha niente a che vedere, quindi, neanche col caso francese: l’Eliseo, dopo aver scoperto che l’Agenzia per la Sicurezza Nazionale americana ha intercettato 70 milioni di chiamate in Francia, oggi ha dovuto incassare il fatto che, a essere tenuti sotto controllo, erano anche i diplomatici francesi in missione presso l’ONU a New York e all’ambasciata di Washington.
Subito dopo la colazione di “riappacificazione” tra il Segretario di Stato Usa, John Kerry, e il suo omologo francese Laurent Fabius: Le Monde ha pubblicato una seconda parte del dossier NSA sulla Francia, quella che parla del programma “Genie” che, in pratica, consisteva in una vasta operazioni di intercettazioni online, in particolare, concentrata sul monitoraggio di computer in tutto il mondo.
Tuttavia, dalla portavoce del governo francese Najat Vallaud-Belkacem, arriva l’invito a “non inasprire i toni”.
L’Italia, dal canto suo, non sembra ancora essere stata sfiorata dal Datagate, però, il garante della Privacy Antonello Soro ha deciso comunque di pressare il governo affinché si accenda la luce sulla faccenda: “Il problema delle attività di spionaggio della NSA rende indispensabile che il Governo accerti con tutti gli strumenti utili, se la raccolta, l’utilizzo e la conservazione di informazioni relative alle comunicazioni telefoniche e telematiche abbia coinvolto anche i cittadini italiani. Si tratta di una indispensabile operazione di trasparenza in quanto tali condotte, se confermate, avrebbero primariamente violato i principi fondamentali in materia di riservatezza dei cittadini e reso evidenti le debolezze connesse alla sicurezza delle reti e dei sistemi informatici rilevanti sul piano nazionale”.
Giacomo Stucchi, Presidente del Copasir ovvero l’autorità di controllo sui servizi segreti, invita alla calma e alla prudenza in assenza del più piccolo sentore che ciò che è accaduto in Francia, possa aver riguardato anche cittadini italiani, al più sarà compito del Governo approfondire la questione. Novità rinviate all’incontro di Mercoledì pomeriggio con il sottosegretario delegato Marco Minniti.
Intanto D’Alema, ex Presidente del Copasir, restituisce al mittente le accuse che, in mattinata, erano state rivolte a Governo e Servizi Segreti da Claudio Fava, deputato Sel e membro del Copasir, colpevoli di essere a conoscenza delle intercettazioni americane nei confronti di cittadini italiani.
Il Corriere della Sera, d’altra parte, ha spiegato che: i vertici dell’intelligence Usa, durante un incontro svoltosi circa tre settimane fa negli States, avevano informato i deputati del comitato di controllo dell’effettivo monitoraggio ad ampio spettro delle comunicazioni telefoniche e online nell’ambito della “lotta al terrorismo”.
Datagate, Cooperazione tra Usa e Italia – Enrico Letta ha ricevuto oggi il Segretario di Stato Usa, John Kerry, a palazzo Chigi ed ha affrontato anche il tema del Datagate. Letta ha posto a Kerry la questione per capire la veridicità delle informazioni di questi giorni circa eventuali attivita’ di violazione della privacy. Il premier – sempre a quanto si apprende da fonti di palazzo Chigi – accompagnato dal ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha riscontrato un atteggiamento cooperativo. Kerry ha ribadito al premier e al ministro degli Esteri che l’amministrazione Usa ha messo tutte le problematiche ‘under review’.