Regione Emilia Romagna, indagati per peculato i 9 capigruppo consiliari
A un anno dal blitz della Finanza nel palazzo del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, la Procura di Bologna ha iscritto sul registro degli indagati i nove capigruppo consiliari. Si tratta di Marco Monari (Pd), Luigi Villani (Pdl), Mauro Manfredini (Lega Nord), Silvia Noè (Udc), Gianguildo Naldi (Sel-Verdi), Andrea De Franceschi (M5S), Liana Barbati (Idv), Roberto Sconciaforni (Federazione della Sinistra) e Matteo Riva del Misto. Il provvedimento è stato controfirmato dai pm Antonella Scandellari e Morena Plazzi. L’accusa è di peculato.
Le indagini sono iniziate un anno fa, con la visita a sorpresa della GdF in viale Aldo Moro, sede amministrativa regionale. Il 2 ottobre scorso, le Fiamme Gialle erano ritornate in Consiglio per ritirare nuovi documenti dagli uffici dei capigruppo. Infatti questi ultimi – come riporta il Corriere – “hanno gestito i budget e firmato i rendiconto delle spese sostenute dai consiglieri nella legislatura in corso, rimborsi che la Procura ritiene illeciti”.
Si sospetta che i capigruppo abbiano autorizzato l’utilizzo improprio di soldi pubblici, rimborsando spese private e non attinenti all’attività politica – dal pranzo al McDonald fino alla cena nel ristorante di lusso. Entrando nel dettaglio, si parla anche di consulenze camuffate e inutili, espressamente vietate dal regolamento consiliare (i fondi vanno spesi per il gruppo non per il partito di appartenenza). Nella lista degli acquisti, inoltre, si trovano anche profumi, libri di narrativa, elettrodomestici e medicine.
Tuttavia la Procura – che ha vagliato 39.000 voci di spesa – ha fatto sapere che non sono stati ancora inviati avvisi di garanzia e che prossimamente potrebbero essere convolti altri nomi: “Le posizioni degli indagati sono diversificate”, fanno sapere i due pm. Intanto i diretti interessati non sembrano essere preoccupati. Ad esempio, il capogruppo leghista ha dichiarato: “Siamo tutti sulla stessa barca”, mentre il democratico Monari si è detto sereno: “Spiegheremo nelle sedi opportune ciò che ci viene contestato. Ci siamo sempre attenuti alle regole”.
Nelle carte sequestrate a inizio mese, gli inquirenti sperano di trovare il rendiconto puntuale delle spese. Fonti della Procura bolognese fanno sapere che le indagini sono vicine alla svolta.