Greenpeace – Russia. Il Comitato Investigativo Federale, equivalente russo dell’Fbi, ha derubricato le accuse a carico dei 28 attivisti di Greenpeace, tra cui l’italiano Cristian d’Alessandro, e di due giornalisti free-lance, ritirando quella originaria di pirateria e formulando invece quella, meno grave, di teppismo.
I militanti ecologisti di Greepeace erano stati arrestati il 19 settembre scorso dopo aver tentato di abbordare la piattaforma petrolifera ‘Prirazlomnaya’, in segno di protesta contro le trivellazioni nell’Artico del colosso ‘Gazprom‘. Lo ha riferito il portavoce della Commissione di inchiesta, Vladimir Markin, all’agenzia RIA Novosti.
Proprio oggi, nel rifiutare il procedimento arbitrale chiesto dall’Olanda sul caso della nave Arctic Sunrise, il ministero degli Esteri aveva lanciato un segnale di apertura, sottolineando che Mosca ”resta aperta ad una soluzione della vicenda”. Nelle ultime settimane era cresciuta la mobilitazione e la pressione internazionale per la liberazione dei militanti dell’associazione ambientalista Greenpeace.
Il nuovo capo d’accusa comporta anche una sensibile riduzione della pena di cui sono passibili gli ambientalisti: in caso di condanna per teppismo è prevista infatti la reclusione fino a un massimo di sette anni, mentre per quella di pirateria è comminato oltre doppio, fino a quindici anni di carcere. Dal 24 settembre, data dall’arrivo in porto sotto scorta del rompighiaccio ‘Arctic Sunrise’ a bordo del quale si trovavano gli attivisti, tutti si trovano in custodia cautelare a Murmansk. Il giorno dopo, intervenendo a un convegno internazionale, il presidente Vladimir Putin affermo’ che gli arrestati avevano violato diverse norme di diritto internazionale, ma che non potevano considerarsi pirati.