Occupy Santoro, la nuova idea di Renato Brunetta (senza hashtag)

Ex docente d’economia, ex ministro della PA, ex candidato sindaco di Venezia, oggi capogruppo alla Camera del Pdl, falco forzista e editorialista del Foglio. Il curriculum di Renato Brunetta non smette di riempirsi d’incarichi e hobby, non ultimo il commento dei talk show politici di mamma RAI (della zona rossa, ovviamente) e dell’operato di Michele Santoro a La7.

Il provetto critico televisivo fogliante ha attaccato, Servizio Pubblico e la sua squadra: “Chiedo diritto di rettifica contro l’illegalità santoriana”, ha tuonato Brunetta, che – secondo i maligni di Dagospia – è il nom de plume di un altro Renato, l’ex spia-giornalista Farina, per gli amici dei servizi segreti “Betulla”.

A una settimana dall’intervista dell’attrice bulgara Michelle Bonev – sedicente amante del Cavaliere e presunta testimone dell’omosessualità di Francesca Pascale –, il capogruppo a Montecitorio pidiellino cerca giustizia “appellandosi al decreto legislativo del 31 luglio 2005, n.177 come modificato dall’articolo 8 del Decreto Legislativo 15 marzo 2010, n. 44 che vuole che la rettifica sia trasmessa in fascia oraria e con il rilievo corrispondenti a quelli della trasmissione che ha dato origine alla lesione degli interessi. Rilievo identico vuol dire: stesso spazio. Ma anche uguale potenza espressiva. Medesima teatralità, o comunque qualcosa del genere”.

Da qui “l’idea grandiosa” – sic! – “inventare un movimento che si chiami e agisca come Occupy Wall Street. Ma in questo caso si denomini Occupy Santoro oppure Occupy Fazio eccetera. E non sia qualcosa di illegale. Ma rientri nella norma, sia addirittura battezzato dal diritto e persino dal dovere. Dovere morale e civico di ristabilire la verità. Qualcosa di situazionista e anarchico, ma legatissimo, anzi basato sulla legalità, contro l’illegalità di chi si chiama Servizio Pubblico e invece trita il prossimo per scopi cannibalistici”.

La lettera di Brunetta è l’esempio di come il linguaggio incomprensibile di certa politica ostenti protervia e superbia allo stesso tempo. Un burocratese già rintracciabile nei progetti di legge o nelle clausole dei contratti, quelle remote e in calce.

La missiva brunettiana termina con un autoincitamento: “Avanti, noi di Occupy Santoro siamo pronti, signora Pascale. Siccome deve avere lo stesso rilievo, bisogna che Santoro e Ruotolo, Travaglio e Vauro, garantiscano la possibilità di accesso a un pubblico che dia il dovuto identico rilievo con applausi, risate, scorni, alla rettifica. Si può chiamare anche contrappasso. Ma eviteremmo di usare una parola dantesca a proposito di Santoro. Quello va bene per Occupy Benigni”.

La nuova frontiera del berlusconismo militante, in difesa della consorte del Capo. Forse è soltanto la metamorfosi dei berluscones in pascalones: parola di Renato.

 

Fabrizio Neironi