Quagliariello “Nel Pdl divisi sul governo”
Si accende il dibattito all’interno del Pdl sulle sorti del governo. Secondo il ministro Quagliariello “Il nodo di fondo è il governo. Alcuni pensano che questo governo, seppur non sia il migliore possibile, debba andare avanti perché una crisi in questo momento sarebbe devastante per il Paese. Altri pensano che questo governo non stia facendo il bene del Paese. E’ questo il punto ed è centrale per una linea politica. Questa contraddizione – argomenta uno dei cinque ministri Pdl Quagliariello – si ritrova anche nel documento votato ieri perché da un parte si dice che il governo deve andare avanti e dall’altro che il problema della giustizia potrebbe diventare dirimente. Questo potrebbe essere l’altro nodo”.
Pdl – Quagliariello ed il confine del centrodestra – “La nostra posizione è stata espressa con grande chiarezza il 2 ottobre. Nessuno di noi – dice Quagliariello riferendosi al gruppo di deputati vicini ad Alfano – vuole uscire dai confini del centrodestra, ci stiamo con tutti e due i piedi e con il cuore. Noi pensiamo che Berlusconi vada difeso e che abbia subito una persecuzione, ma crediamo che la battaglia sulla giustizia non possa essere scaricata sul Paese, ma debba essere con l’interesse del Paese, perché lo scenario che si aprirebbe sarebbe molto grave per l’Italia, per il centrodestra e per lo stesso Berlusconi”.
Lupi “Nessuna scissione” – Secondo il ministro per i Trasporti Maurizio Lupi, non ci sarà alcuna scissione. Per Lupi “una divisione del partito indebolirebbe tutta l’area dei moderati e consegnerebbe definitivamente il Paese alle sinistre. Noi vogliamo un partito unito confrontandoci su che cosa sarà Forza Italia”. L’ufficio di Presidenza, organo legittimo, nato però nel 2009 e che evidentemente non rappresenta l’intero partito, presenterà all’unanimità una proposta al Consiglio nazionale. A quel punto – ha chiarito Lupi – ci confronteremo, non sulle cariche e neanche sul fatto che uno sia più lealista dell’altro, ma sul partito che vogliamo andare a costruire”.
In questo senso “l’8 dicembre non sarà una resa dei conti ma un confronto leale senza che in questi 40 giorni che ci dividono” da quella data “sia necessario dover rispondere ogni ora a chi ci accusa di scissionismo, di voler costruire un centrino e di non essere leali a Berlusconi”. “L’azzeramento delle cariche “non è la decisione che il Consiglio dovrà prendere perché cosi si riduce quella che è stata la vera proposta politica di Berlusconi, ossia la nascita di Forza Italia. Con Berlusconi da una parte e Alfano dall’altra. E’ su questo punto che noi presenteremo il nostro documento politico al Consiglio: sul governo, sul partito e sul futuro”.