Matteo Renzi ha dichiarato: “Oggi noi produciamo cibo nel mondo per 12 miliardi di persone, siamo 7 miliardi e c’è un miliardo di persone che fa la fame: io credo che questo sia inaccettabile”. Pagella Politica ha effettuato il factchecking della dichiarazione e si è espressa con un “C’eri quasi”!
Nel firmare la “Carta Spreco Zero” – iniziativa di Last Minute Market contro lo spreco delle risorse alimentari – Matteo Renzi sottolinea la gravità del fenomeno. I numeri saranno corretti? Scopriamolo subito.
Partiamo dai dati più “facili” da verificare, ovvero gli ultimi due. E’ vero che sulla terra siamo ormai 7,1 miliardi di persone nel 2013, circa un miliardo in più della popolazione nel 2000 e un miliardo in meno della popolazione prevista per il 2025.
E’ inoltre vero che quasi un miliardo di persone soffre la fame, almeno secondo il rapporto “State of Food Insecurity in the World 2013” pubblicato dalla Fao. L’agenzia dell’Onu stima infatti che nel periodo 2011-2013, 842 milioni di persone sono stati afflitti da fame cronica (la carenza di cibo tale da non poter vivere una vita attiva). Renzi arrotonda per eccesso ma non sbaglia.
Più complesso è invece valutare con certezza la prima parte della dichiarazione del sindaco di Firenze, ossia quante persone potrebbero essere sfamate con l’attuale livello di produzione alimentare. Renzi tocca sicuramente un tema di scottante attualità, oggetto di sempre maggiore attenzione da parte dei policy-makers. I numeri a riguardo sono tanti e complessivamente concordanti sul punto più importante: produciamo effettivamente più cibo di quanto non servirebbe per sfamare l’intera popolazione mondiale.
Moltissimi i pareri degli studiosi in tema di spreco alimentare. La rivista britannica The Economist, in un recente rapporto, ha citato un dato dello Stockholm International Water Institute secondo il quale quasi metà della produzione alimentare mondiale non viene consumata. Il biologo e matematico Joel Cohen ha stimato che nel 2009 il mondo aveva prodotto abbastanza grano per sfamare tra i 9 e gli 11 miliardi di persone, ma due quinti di questo grano veniva utilizzato come mangime per gli animali. Riportiamo anche una frase quasi identica a quella di Renzi attribuita a Carlo Petrini, fondatore del movimento Slow Food:“Produciamo cibo per 12 miliardi di persone, siamo 7 miliardi, eppure 1 miliardo non mangia“. Tuttavia le parole di Petrini non bastano da sole ad avvalorare la tesi di Renzi.
Continuiamo,quindi, il nostro lavoro di verifica attingendo ad un paper dedicato allo spreco alimentare del Barilla Center for Food and Nutrition – il servizio studi dell’azienda di Parma. Qui si sostiene che nell’intera fase di produzione vengono perse calorie disponibili pari a -57% . In un altro studio sul tema (uno dei più completi), commissionato dalla Fao nel 2011, si arriva alla conclusione che circa un terzo del cibo prodotto e indirizzato al consumo delle persone, in realtà viene perso o sprecato: tale quantità si attesta intorno alla spaventosa cifra di 1,3 miliardi di tonnellate all’anno. Se presumiamo che due terzi del cibo prodotto riescono a sfamare 6 miliardi di persone, allora, attraverso il recupero di tutto il cibo perso e sprecato, si dovrebbe arrivare a sfamare fino a 9 miliardi di persone. Tale conto approssimativo parrebbe essere in linea con un’altra stima della Fao risalente al 2011, secondo la quale basterebbe recuperare un quarto del cibo perso o sprecato per debellare la fame dal mondo che allora colpiva 870 milioni di individui (visto che 870 x 4 = 3,5 miliardi circa si arriverebbe a sfamare tra le 9 e le 10 miliardi di persone).
Tirando le somme, possiamo affermare che Renzi dice il vero: produciamo cibo in abbondanza per l’intera popolazione mondiale. La sua dichiarazione è però leggermente esagerata: nelle fonti più affidabili sul tema troviamo stime più modeste sul numero di persone che potrebbe essere sfamate. Dichiarazione corretta ma imprecisa: “C’eri quasi” per Matteo Renzi.