Spagna 60 milioni, Italia 46 milioni. Per una volta lo spread ci premia: quei numeri si riferiscono alle telefonate spiate dalla Nsa americana, e rispetto ai colleghi ispanici abbiamo di che sorridere. In realtà c’è poco o nulla da festeggiare.
Dopo aver toccato la Francia (70 milioni di comunicazioni tracciate) e la Germania (qui il dato più alto d’Europa, 361 milioni di telefonate intercettate), lo scandalo Datagate si allarga mettendo in allarme anche Spagna e Italia. Mentre Angela Merkel prosegue nella sua richiesta di spiegazioni al presidente Obama (“Lo spionaggio è un reato e chi lo pratica deve risponderne davanti alla giustizia”) e il Bundestag si prepara ad istituire una commissione parlamentare d’inchiesta, a Roma e Madrid si fanno i conti.
Sul fronte iberico, riporta ‘El Mundo’, la Nsa americana avrebbe spiato 60 milioni di telefonate in Spagna tra dicembre 2012 e gennaio 2013: il premier Mariano Rajoy ha reso noto che, se quanto rivelato dal quotidiano venisse confermato, “si tratterebbe di un evento improprio e inopportuno nella relazione tra due Paesi amici e alleati”. A tal proposito, l’ambasciatore degli Stati Uniti a Madrid è stato convocato questa mattina al ministero degli Esteri per una “richiesta di spiegazioni”.
A Roma vige la cautela: fonti di intelligence tengono a precisare come non ci sia nessuna evidenza di 46 milioni di telefonate spiate in Italia dalla Nsa. Il dato, riportato dal sito Cryptome, finora non trova conferme e tardano ad arrivare commenti autorevoli dal mondo politico istituzionale.
Altre fonti citate dall’Ansa ridimensionano poi le rivelazioni dello Spiegel su un centro di spionaggio a Roma comune a Cia e Nsa: si tratterebbe infatti di una “normale attività e collaborazione che avviene ovunque nei paesi alleati tra stazioni dei servizi l’intelligence del posto” e che non dovrebbe essere considerata una “notizia sensazionale”. Nel frattempo la Questura di Roma ha intensificato la vigilanza nei pressi di sedi diplomatiche ed ambasciate e in particolare del’Ambasciata Usa.
Smentite di sorta o meno, lo scandalo Nsa non sembra aver più nessun freno e il cerchio intorno agli Usa comincia a stringersi. Il dato complessivo è impressionante: dal 10 dicembre 2012 al 13 gennaio 2013, l’agenzia americana avrebbe ‘spiato’ 124,8 miliardi di telefonate nel mondo (Pakistan 12,76 miliardi, Afghanistan 21,98 miliardi, India 6,28 miliardi, Iraq 7,8 miliardi, Arabia Saudita 7,8 miliardi e giù a scendere).
Intendiamoci, la Nsa non è a conoscenza del contenuto delle conversazioni telefoniche: tra le mani ha solo metadati, ossia il numero di telefono chiamato, l’identità di chi chiama e di chi risponde, la durata della telefonata. Può sembrare una sciocchezza, ma parliamo comunque di “dati sensibili” in materia di privacy che rischiano di minare i rapporti del governo statunitense con i paesi di mezzo mondo.