Con l’abolizione del finanziamento pubblico, i partiti saranno costretti sempre di più ad attingere risorse tramite un metodo, quello del fundraising, già presente in paesi anglosassoni come Usa e Gran Bretagna. Cosa che attualmente fanno poco, come rivela il rapporto “Fundraising per la politica” promosso da Competere.Ue e presentato oggi a Montecitorio. Nel 2013 intatti solo il 45% dei partiti in Italia ha usato e usa tecniche di fundraising per raccogliere fondi in modo professionale, praticamente la stessa percentuale del 2010 (44%). Inoltre solo il 25% dei partiti raccoglie di dati dei propri donatori e questa percentuale non subisce modifiche dal 2010.
Il centro sul non profit ha anche esaminato la trasparenza dei partiti osservando che solo il 40% di essi pubblica on line il proprio bilancio e il 5% ha un sistema di ricerca e formazione dei volontari. In sintesi la ricerca rileva che “una piccola associazione di volontario raccoglie fondi meglio e in materia più trasparente del 95% dei partiti”. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti tutti i partiti raccolgono fondi da sostenitori privati e aziende e il 100% documenta e pubblica i dati dei propri donatori.
Bianconi “Piano scivolosissimo” – Il tesoriere del Pdl, Maurizio Bianconi, è pessimista sul fundraising. “E’ finita la raccolta fondi per fede, ora il piano è scivolosissimo. Quando qualcuno ti dà dei soldi vuole sempre qualcosa in cambio”. Per Bianconi, avventurarsi nel campo della raccolta fondi è “di una pericolosità assoluta. Io sono sospettosissimo: bisogna essere vocati al suicidio per fare raccolta fondi. Se passerà la nuova legge proporrò di affidarsi a una società professionale che si tiene la sua percentuale sulla raccolta, perchè un partito è ontologicamente impedito”. Meno drastico il tesoriere del Pd, Antonio Misiani, per il quale “era necessaria una discontinuità rispetto agli ultimi 20 anni, era necessario riconsegnare ai cittadini la scelta di se e quanto finanziare i partiti. Bisogna essere consapevoli dei rischi della raccolta ma sono meno pessimista di Bianconi, il nuovo modello- conclude- può essere foriero di opportunità”.