Immaginate di essere appena approdati in un paese straniero per motivi di studio, di lavoro o di cuore. Non necessariamente conoscete la lingua. Più che ragionevole lo spaesamento iniziale, a cui si accompagna però la voglia d’integrarsi con la nuova realtà, sentirsi parte della comunità: non vi piacerebbe avere a disposizione un giornale in madrelingua capace di aiutarvi a conoscere e prendere confidenza con la nuova città?
Se questo è il vostro caso, e la città in questione è Berlino siete fortunati: Il Mitte, quotidiano on line per italofoni che vivono nella capitale tedesca, è quello che fa per voi.
Nato a maggio 2012, così il fondatore Valerio Bassan ne racconta la “gestazione”: “L’idea del Mitte nasce in Italia, dalla mente di Elena Brenna, la mia compagna. Abbiamo deciso di sviluppare insieme questo progetto a Berlino, città che amavamo e che esercitava su di noi un’attrazione profonda. Siamo arrivati qui a marzo del 2012, e dopo due mesi di lavorazione il giornale è andato online. Il perché è semplice: l’idea era buona, il numero di italiani in città in grande crescita, mancava uno strumento simile. Le potenzialità per creare qualcosa di valido, insomma, c’erano tutte”. Perché, come sottolinea Bassan, “non è vero che a Berlino si vive benissimo anche senza parlare il tedesco”.
Il Mitte offre una vastissima panoramica di notizie da Berlino: l’attualità viene affrontata a 360 gradi (cultura, società, economia, politica) anche con interviste a personaggi che attraversano significativamente la capitale tedesca. Nella sezione Scoprire Berlino si può invece leggere, ad esempio, quali sono “i cinque migliori punti panoramici a Berlino”, “le cinque migliori passeggiate sull’acqua” e “i dieci edifici più alti nello skyline”. Da agosto è inoltre attivo un forum nel quale si può discutere o chiedere informazioni sulle più diverse problematiche connesse con il vivere quotidiano in Germania. Il Mitte è presente anche su Twitter e Facebook, rispettivamente con più di 1000 follower e 12.000 like.
Io e Elena curiamo la gran parte dei contenuti del giornale, così come tutti gli aspetti tecnici e di gestione. Io mi occupo della parte editoriale e del coordinamento dei collaboratori. In poco più di un anno,ha ospitato contributi di oltre trenta collaboratori; tutti sono a titolo volontario, dal momento che il quotidiano è completamente autofinanziato. Lo scopo è quello di raccontare Berlino con professionalità, trattando sia temi di attualità sia temi di approfondimento. Ovviamente, il giornale rivolge un’attenzione particolare alle interconnessioni culturali, politiche ed economiche in atto tra Italia e Germania”.
Valerio Bassan è, senza dubbio, un esempio altamente emblematico di queste connessioni: dopo alcune esperienze lavorative svolte quasi gratuitamente, e dopo la scuola di giornalismo a Milano, la decisione di trasferirsi in Germania. Definisce il giornalismo “la mia passione” e dichiara che “il futuro è del giornalismo on-line”; Bassan cura anche un blog di musica su Linkiesta, e una vetrina virtuale in cui sono raccolti tutti i suoi progetti, a partire dal documentario sul Kosovo, realizzato a conclusione della scuola di giornalismo di Milano.
Ma cosa ha esercitato una così profonda attrazione su Bassan, al punto da convincere lui e la sua compagna a fare il “salto”? “Berlino è una città poetica. L’ho scelta per la sua internazionalità, la sua storia recente, la sua straordinaria vivibilità. Avevo bisogno di qualcosa di radicalmente diverso, qui lo sto trovando”.
Infatti “Berlino è, prima di tutto, una calamita: per l’arte, per la cultura, per le idee, per i giovani. Rappresenta tutto quello che l’Italia ha perso negli ultimi vent’anni – freschezza, voglia di fare, orizzonti sereni. In più, offre un plus non da poco, rappresentato dalla città stessa, che in quanto a vivibilità, scenari ed atmosfere, è quanto di più simile al nostro concetto di America esista oggi in Europa, quel fascino quasi esotico che trasforma ogni viaggio a Berlino in un viaggio di scoperta”.
Creare Il Mitte, ha consentito quindi a Bassan di riallacciare la sua esperienza a quella di altri giovani come lui. “Ritengo esistano due migrazioni: una di queste è iniziata circa cinque anni fa, con la crisi in Italia. I migranti odierni sono quasi tutti laureati, al contrario degli operai stranieri e degli emigranti del passato”.
Il Mitte rappresenta un prezioso strumento per “fare gruppo”, creando una sorta di rete con chi è sulla tua stessa lunghezza d’onda. Il quotidiano on line infatti è letto non solo dagli italiani che vivono a Berlino, ma quasi per metà anche da utenti che si connettono dal territorio italiano. “Quello che stiamo cercando di fare è un’informazione pulita, sincera, basata sul giornalismo partecipativo”, spiega Bassan, “un giornale locale, ma a Berlino, quindi necessariamente internazionale”.
Tuttavia, il quadro del fenomeno delle migrazioni a Berlino da lui tratteggiato è articolato, eterogeneo e per certi versi problematico. Per quanto riguarda gli italiani, ad,esempio, spiega che “sono davvero tanti: 25mila secondo le stime ufficiali, forse qualcuno in più. In ogni caso, sono in costante aumento. Si tratta di ragazzi e ragazze di diversa origine ed estrazione. Generalizzare, in questi casi, è sempre un errore: ci sono i tanto biasimati artisti, ci sono gli studenti Erasmus, ma ci sono anche i professionisti in cerca di nuovi stimoli, le famiglie con bambini”.
“Il livello medio di istruzione è decisamente alto, l’età invece è variabile. Si va dai giovanissimi – 20/22 anni – ai 50enni. Berlino è attraente da un punto di vista culturale e artistico, e offre una buona vivibilità; dal punto di vista lavorativo, però, non è una città semplice. C’è tanta domanda e poca offerta, infatti qui la disoccupazione è a livelli italiani”. La disoccupazione giovanile supera il 10 %, e “Berlino è indebitata fino al collo, si tiene in piedi solo con i soldi degli altri länder”.
Insomma, Bassan non se la sente di definire Berlino una terra promessa. Cosa allora la rende meta sempre più ambita soprattutto dai giovani che hanno in testa un’idea, un progetto da realizzare? Probabilmente il fatto che “qui hai la possibilità di farti conoscere, di poter far vedere che vali”, e in un Paese come il nostro in cui la meritocrazia è sempre più un miraggio, non è cosa da poco.