Italia eliminata dal Messico al Mondiale U17
L’Italia U17 viene eliminata dai pari età del Messico agli ottavi di finale del Mondiale U17.
Pochi lo conoscono, ancora di meno lo seguono ed i media lo trattano, quando lo trattano, con parecchia superficialità ma esiste, ebbene si, anche il Mondiale U17. Nonostante il poco clamore suscitato, la competizione si è sempre dimostrata una vetrina di talenti di primo livello. Il pallone d’oro del torneo, infatti, è stato assegnato a molti che, in seguito, sono diventati calciatori di prim’ordine: uno su tutti Fabregas ma vale la pena di ricordare anche Donovan, Anderson e Kroos.
In tutto ciò l’Italia dov’è? La baby Italia, guidata da Zoratto, si era conquistata la qualificazione al mondiale degli Emirati Arabi grazie al secondo posto ottenuto nel campionato europeo U17, vinto dalla Russia. I mini azzurri, purtroppo, non sono mai riusciti a brillare in questa competizione: il miglior risultato mai ottenuto è il quarto posto raggiunto al mondiale canadese del 1987, da li in poi il nulla.
Fatte le dovute promesse, sognare era lecito. La rosa selezionata da Zoratto, infatti, è piena di qualità e di quantità; molti dei giocatori hanno già un futuro assicurato e, fra i tanti, spiccano i nomi di Scuffet, Capradossi, Dimarco, Pugliese, Tutino, Cerri e Vido. Proprio quest’ultimo, milanista classe ’97, aveva assicurato all’Italia l’approdo agli ottavi grazie alle due reti messe a segno contro Costa D’Avorio e Nuova Zelanda. La striscia vincente si era già interrotta alla terza partita del girone all’italiana che ho visto gli azzurri presi in contropiedi dall’Uruguay ed affondati da Bregonis e Benitez. Il secondo posto del girone rende la strada in salita e Zoratto si trova il Messico, detentore del trofeo, agli ottavi.
La sconfitta poteva sembrare largamente prevedibile ma il Messico U17 non è più quello temuto e venerato del 2005 e del 2011, è cambiato molto e si è, paradossalmente, italianizzato. Gutiérrez ha proseguito sulla sua strada plasmando una squadra molto catenacciara e dedita al contropiede. Tattica vincente quella dell’ex giocatore dell’América e del Messico. L’Italia parte aggressiva e volenterosa, tenta il gol con Cerri, con Dimarco e con Cerri che si mangia un gol clamoroso. Al 27’ arriva il primo tiro in porta dei messicani che si trasforma, grazie alla meravigliosa parabola disegnata dai piedi di Diaz, nel gol che sblocca il risultato. L’Italia continua ad aggredire gli spazi ma anche il fato è contro gli azzurrini: al 35’ Romano scavalca il portiere con un pallonetto che finisce contro il palo interno.
Il rientro in campo vede gli azzurri sempre più carichi e vogliosi, ma la grinta istintiva, soprattutto negli adolescenti, spesso si trasforma in grave squilibrio tattico. Il pari non arriva nonostante la buona volontà di Vido, che lascia il posto a Fabbro, e le squadre si allungano. Il Messico è ingolosito dalle vaste praterie che gli si schiudono e tenta il raddoppio trovandosi a fare i conti con un superbo Scuffet che capitola, dopo i numerosi tentativi di Cerri e Fabbro, al 93’ con Ochoa che firma il due a zero ed elimina l’Italia lasciando l’amaro in bocca a Zoratto.