Pd: tra il già presidente del consiglio Massimo D’Alema e l’aspirante presidente del consiglio Matteo Renzi non sono mai mancate occasioni di duro confronto dialettico.
Entrati nella fase congressuale che si concluderà l’8 Dicembre con l’elezione del segretario del Pd è D’Alema, sostenitore di Gianni Cuperlo, a criticare Renzi.
D’Alema: “Non mi pare che al successo mediatico di Renzi corrisponda una straordinaria ricchezza e novità di contenuti. Mi ricorda un po’ quella pubblicità con Virna Lisi, ‘con quella bocca può dire ciò che vuole’. Salvo poi a dimenticare che in gran parte le cose che ha detto a Firenze sono patrimonio consolidato del Pd”.
Nell’intervista di D’Alema pubblicata sul Mattino il presidente della Fondazione Italianieuropei dice anche che non è ”scontata” la premiership per il sindaco di Firenze qualora diventi segretario: “Può darsi che possa sorgere un’altra candidatura, che qualcuno cioè voglia sfidarlo proprio com’è successo tra Bersani e lui”. E Renzi “non potrebbe sottrarsi a questa sfida, tanto più che andremo alle elezioni con una coalizione, non certo da soli”. Per l’ex premier, infatti, il Pd ”non può avere la presunzione di andare al voto da solo” e oltre a Sel, D’Alema immagina una coalizione “ampia” che raccolga “anche forze di centro e della società civile”.
La tenuta del governo, comunque, non dipende dal sindaco di Firenze ma “da quella parte del Pdl che non vuole far cessare anticipatamente l’esperienza Letta. Se quella parte non tiene, non c’è Renzi che tenga”. Sulla giustizia, D’Alema si aspettava da Renzi “qualche spiegazione in più. C’è stato un eccesso del ricorso alla carcerazione preventiva. Sono per la piena salvaguardia dell’indipendenza e autonomia della magistratura, che però deve fare una valutazione attenta della professionalità dei pm nel considerare gli avanzamenti di carriera”.
Quanto a Silvio Berlusconi, ”penso che dovrebbe saggiamente dimettersi da parlamentare. Questo non gli impedirebbe di esercitare un ruolo politico ma toglierebbe da disagi e imbarazzi il Parlamento ed eviterebbe questa inutile drammatizzazione. Io sono uscito dal Parlamento per… reati meno gravi – essere un leader della sinistra – e, come vede, questo non mi impedisce di occuparmi ancora di politica”.