La Russia spiava i leader mondiali durante il G20 di San Pietroburgo
Nel bel mezzo del caos Datagate, i servizi segreti tedeschi fanno sapere che anche i russi hanno tentato di sottrarre informazioni segrete ai leader mondiali che si erano riuniti a San Pietroburgo lo scorso 5 Settembre.
Il vertice curiosamente non si era contraddistinto solo per il dibattito sulla questione siriana ma anche per la polemica tra Obama e Putin, sempre diplomaticamente velata, sull’accoglienza concessa dal Presidente russo proprio a Edward Snowden.
Agli ospiti venivano consegnati cavi e chiavette USB che, potevano apparire come semplici gadget in ricordo dell’evento, in realtà permettevano agli agenti segreti russi di accedere ai dati di computer e telefonini attraverso un “trojan horse”, un virus nascosto in un programma all’apparenza utile che viene installato dall’utente del terminale stesso.
L’Allarme è partito dal Presidente consiglio UE Van Rompuy che, insospettito dalla tipologia dei regali, una volta tornato a Bruxelles qualche giorno dopo l’incontro, ha consegnato il materiale ricevuto in regalo agli agenti di sicurezza che poi hanno chiesto aiuto ai servizi tedeschi.
La Stampa riferisce che le verifiche sono ancora in corso e che non c’è la certezza che i gadget-spia siano stati consegnati a tutti i presenti.
Dal Cremlino fanno sapere invece che la notizia in questione non è altro che “un modo per distogliere l’attenzione” dalle ormai riconosciute responsabilità americane sull’acquisizione illegale di informazioni riservate.
Risale soltanto a ieri, infatti, la pubblicazione da parte del sito Cryptome dei dati sulle intercettazioni Usa in Europa in un periodo che va dal Dicembre 2012 al Gennaio 2013: 46 milioni di telefonate in Italia, 361 milioni in Germania, 70 in Francia, 61 in Spagna, quasi 2 milioni in Olanda.
Nel mondo, sempre nello stesso periodo, il traffico di dati intercettati è pari a 125 miliardi di telefonate: nello stesso periodo sono stati tracciati in Pakistan 12,76 miliardi di metadati telefonici, 21.98 in Afghanistan, 6,28 in India.
La CNN nella sua edizione online mattutina di oggi pone 5 domande al Presidente riguardo agli ultimi dettagli del Datagate.
L’emittente americana si chiede che ruolo abbia giocato Obama in questo gioco, se “abbia le mani pulite”, se davvero “è stato tenuto all’oscuro di tutto” ricordando che sì, Obama era a conoscenza delle operazioni della NSA, ma non c’è certezza che fosse stato messo a conoscenza dei “bersagli specifici” intercettati.
Quindi ci si chiede “cosa ha fatto per approfondire la questione”, ma anche “chi si è arrabbiato di più per tutto quello che è successo” e “cosa si sperava di ottenere attraverso questo tipo di spionaggio”.
A questo proposito sempre dalla CNN si ritiene “giusto monitorare l’attività delle cellule terroristiche” ma non si può non notare che le intercettazioni nei confronti della cancelliera Merkel sono aumentate nel 2010, in piena crisi della zona euro.