Le porte sono chiuse, le telecamere stanno fuori, ma almeno un giornalista a documentare l’incontro c’è. Il Fatto Quotidiano dà conto dell’incontro che ieri mattina Beppe Grillo ha avuto con i suoi deputati alla Camera, senza mai urlare ma mettendo “a nudo” il MoVimento 5 Stelle. Almeno per come lo vede lui. E quasi i deputati apprendono in quel momento in qualche gruppo militano davvero.
“Non dobbiamo vergognarci di essere populisti“: sembra questo il messaggio centrale del discorso di un Grillo che si muove, gesticola ma tutto sommato è conciliante nel decrittare il M5S che ha nella testa. Quello che annuncia e dà per certa la messa in stato d’accusa del Capo dello Stato e che fa calare su due senatori del suo gruppo (Cioffi e Buccarella) una doccia gelida per l’emendamento che abolisce il reato di clandestinità.
Ecco allora che “L’impeachment è una finzione politica. E basta. Per far capire da che parte stiamo. Non possiamo dire che ha tradito la costituzione, Però diamo una direttiva precisa contro una persona che non rappresenta più la totalità degli italiani”. Nessun passo concreto contro Napolitano, dunque, ma intanto ne hanno parlato tutti i giornali. Ma proprio tutti. E il raggio immobilizzante inviato via blog sull’emendamento-immigrazione? “Presentando quell’emendamento abbiamo perso voti a iosa. Il post del blog, forse un po’ duro, siamo stati costretti a farlo”.
Il rischio più grave? Quello di una deriva a sinistra: “Se andiamo verso quell’orizzonte siamo rovinati”. E per evitarlo occorre comunicare meglio, anche attraverso la piattaforma online per condividere e “saggiare” le proposte prima di divulgarle (cosa che non era stata fatta con l’emendamento di cui sopra).
A parte che qualcuno teme uno scivolamento a destra per reazione, c’è chi teme (soprattutto i “dissidenti”, un po’ in disparte alla riunione) che il meccanismo di condivisione e valutazione sia macchinoso e alla fine, secondo qualcuno, rischia di pesare più l’opinione di chi ha più visibilità (Grillo e – a modo suo – Gianroberto Casaleggio) di quella dei parlamentari che hanno letto e studiato le carte (al punto che Luigi Gallo chiosa: “Tanto vale astenersi su tutto”)
Grillo però non cambia idea e insiste: “9 milioni di persone ci hanno dato il voto su un programma, siamo le punte delle persone. Io sono per il dialogo sempre, ma non datemi superpoteri, non ne ho, ne sapete molto più di me”. Quando però qualcuno di quelli che ne sanno più di lui chiede che ogni post contro una persona sia preceduto da un avviso al singolo, Grillo perde un po’ di aplomb: “Così si crea un canale preferenziale e poi io non vivo più. Avevo chiesto di vederci in un residence per parlare, avete messo ai voti la proposta e abbiamo fatto una figura di merda”.
La chiusura però non è astiosa, guarda al futuro: “Avete fatto un miracolo. Pensate al futuro adesso, questi politici sono finiti”. Promette di incontrarli più spesso, alternandosi con Casaleggio, “perché bisogna alzare le barriere di protezione”. E le prossime elezioni che ha in mente sono le europee e le amministrative in Basilicata, dove pensa a una clausola anti-trasformismo (“Faremo firmare una cosa che se cambi il partito paghi una penale”). Le elezioni politiche? Non ne parla e forse non ne prevede a breve. Almeno in privato.