Ieri Roberto Formigoni ha annunciato il manifesto degli “innovatori”. Oggi Raffaele Fitto, intervistato da Repubblica, chiede ad Angelino Alfano di firmare il documento proposto da Berlusconi venerdì scorso. “Voglio cogliere in positivo le parole di Alfano. Invitandolo con i suoi amici a sottoscrivere assieme a tutti noi, non documenti di parte con speciose differenziazioni, ma quello proposto da Berlusconi venerdì e votato all’unanimità dei presenti”. Il leader dei lealisti chiede inoltre di anticipare “la riunione del Consiglio nazionale” perché “non ha senso attendere quaranta giorni parlandoci attraverso i giornali”. Quanto alla tenuta del governo, Fitto commenta: “noi abbiamo le idee molto chiare. Se ci saranno le condizioni, il nostro atteggiamento è e resterà responsabile. Attendiamo risposte su decadenza e legge di stabilità. E sulla decadenza il Pd deve dire con chiarezza se ha deciso di segare il ramo dell’albero sul quale è seduto Enrico Letta”.
Nitto Palma “Con sì a decadenza a rischio stabilità” – Anche il presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nitto Palma, avverte il premier. “I tempi saranno quelli determinati dalle maggioranza politiche: possono votare la decadenza in Aula, ma poi sia chiaro chi mina la stabilità. Se sarà un voto politico, nessuno si lamenti delle conseguenze”. L’ex guardasigilli commenta poi le motivazioni della sentenza della Corte di Appello di Milano sul processo Mediaset. “All’interno delle motivazioni è contenuta una novità. Nella sentenza è spiegato che l’incandidabilità è una sanzione lasciata all’autorità amministrativa, e si aggiunge subito dopo che è decisa dall’autorità amministrativa. Quindi viene definita una sanzione amministrativa. Il che è molto importante, visto che il dibattito sulla incandidabilità verteva anche su questo: noi dicevamo che è una sanzione, e quindi irretroattiva, mentre altri ne negavano la natura di sanzione”.