Non ha dubbi Pier Ferdinando Casini. Fosse per lui, sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, si voterebbe a scrutinio segreto, con buona pace di Grillo, Renzi e compagnia cantante. “Un Paese che piega le regole alle convenienze dà un pessimo esempio di sé” afferma il leader Udc in un’intervista al Mattino. “Spero non cambino in corso d’opera le regole, a tutela non di Berlusconi ma della serietà del Parlamento”. Casini è sicuro che qualunque sarà il destino del Cavaliere, questo non inficerà sul prosieguo della legislatura. “Il governo non si tocca perché la stabilità non è qualcosa di cui l’Italia possa fare a meno”. Però, aggiunge, “poiché io sono una colomba in servizio permanente effettivo, mi sforzo anche di vedere le ragioni del Cavaliere e sicuramente è stato un errore che la giunta per le elezioni non abbia valutato i dubbi interpretativi della legge Severino”.
Proporzionale alla tedesca – Per quanto riguarda la legge elettorale, Casini caldeggia un sistema “proporzionale alla tedesca che assicuri la necessaria flessibilità al sistema”. Giudizi negativi su Grillo e Renzi. Il primo “è il principe degli sfascisti di quelli che vogliono buttare a mare tutto senza preoccuparsi di tornare alle urne con la stessa legge elettorale che ha provocato questo scenario”. Il secondo “è un grandissimo venditore come lo è stato Berlusconi ma speriamo non sia la stessa cosa”.
Andrea Turco