Napolitano alla Giornata del Risparmio: “Prestiti alle imprese e unione bancaria europea”
Napolitano alla Giornata del Risparmio: “Prestiti alle imprese e unione bancaria europea”
Sull’onda della conclamata crescita del ministro Saccomanni, anche quest’anno si è tenuto il tradizionale incontro dell’Associazione delle Fondazioni e delle Casse di risparmio (ACRI), evento clou della Giornata mondiale del Risparmio in Italia.
Il presidente dell’ACRI Giuseppe Guzzetti – considerato da alcuni il “mammasantissima” dei banchieri, con dei trascorsi politici nella Dc – ha ricevuto una lettera dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha letto all’apertura dei lavori.
Il messaggio del Capo dello Stato è rivolto anzitutto al sistema bancario italiano: “È necessario rafforzare le azioni a sostegno della ripresa e, per questo, le banche devono aumentare in misura adeguata i prestiti alle imprese”, ha scritto Napolitano. Segno che finora da questo compito si sono sottratte.
Poi uno sguardo oltreconfine al progetto europeo di unione bancaria: “L’unione economica e monetaria europea va completata anche per sostenere la ripresa, portando avanti il progetto dell’unione bancaria”, passo fondamentale per costruire l’Europa.
Il presidente ha anche precisato che, a pochi mesi dalla ’“incerta” – opinione dello stesso Napolitano – situazione economica d’inizio 2014, gli istituti bancari devono aumentare i loro sforzi nell’erogare il credito a famiglie e imprese: “Non può mancare l’apporto del sistema bancario e finanziario, a partire da una adeguata espansione dei finanziamenti alle imprese, in particolare piccole e medie, in un più solido quadro di stabilità del sistema finanziario e di efficace tutela dei risparmiatori”.
Il testo della lettera quirinalizia termina con l’appello alle istituzioni di Bruxelles, affinché riescano a risolvere la grande anomalia europea, cioè l’esistenza di un’unione monetaria senza politiche fiscali comuni, con l’aumento dei poteri della Bce.
L’INTERVENTO DI VISCO
Sulle banche è intervenuto anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Per lui l’incertezza dell’economia italiana “resta elevata”, ma nei sondaggi di Bankitalia “circa la metà delle imprese riferisce di avere superato la fase più critica, quelle più piccole e meno orientate alle esportazioni restano in maggiore difficoltà”. Una crescita, sia pure modesta, dovrebbe arrivare nel quarto trimestre di quest’anno. Quello cominciato con ottobre, per capirsi, ma l’incertezza resta molta.
Per Visco non ci sarebbe bisogno di ricapitalizzare il sistema bancario, mentre occorre ”riconquistare il pieno accesso ai mercati” senza che ogni volta debba provvedere la Bce con iniezioni di liquidità. Di certo le banche risentono di una crisi “di cui non sono responsabili”, ma soffrono “di ritardi e negligenze nell’adeguare operatività, efficienza, qualità dei servizi. Devono continuare a fare la loro parte, con una coraggiosa azione di rinnovamento”.
La riduzione dell’arco temporale in cui sono deducibili svalutazioni e perdite su crediti prevista nella legge di stabilita’ rimuove in parte lo “svantaggio” che finora ha penalizzato le banche italiane, ma l’Europa deve comunque accelerare sulla Unione bancaria. Quanto agli istituti di casa nostra, dovrebbero rivedere al ribasso la spesa, anche sul piano dei costi del lavoro. E il taglio dovrebbe riguardare anche “le remunerazione dell’alta dirigenza“. Utopia?