Si fa sempre più duro lo scontro sulla Legge di Stabilità. Tasse sulla casa, aliquote Irpef, cuneo fiscale sono solo alcuni degli argomenti protagonisti del feroce conflitto parlamentare. Ad aggiungersi, tra le fratture, come ultimo elemento, vi è il pagamento in contanti.
Infatti il ministro Saccomanni, in una relazione parlamentare di ieri, ha affermato come si prefiguri, in seno al governo, la volontà di abbassare la quota del pagamento coi contanti, oggi a 1000 euro, ad una somma sensibilmente inferiore. “Usare di più i pagamenti elettronici”. Un ovvio richiamo, quello del Ministro dell’Economia del governo Letta, in funzione anti evasione.
Ed anche un riferimento alla tracciabilità e quindi all’anti riciclaggio. Un’iniziativa, questa, che ha visto subito tra i favorevoli gli esponenti del centrosinistra, che già si erano già espressi favorevolmente sull’abbassamento ulteriore della soglia minima, durante la campagna elettorale delle primarie 2012. La proposta del ministro ha trovato favorevole, inoltre, anche il collega al dicastero del Lavoro, Enrico Giovannini.
Dal centrodestra, però, piovono forti critiche. Il ministro dell’interno e numero due del Pdl, Angelino Alfano, mentre Saccomanni svolgeva ancora la relazione in Parlamento, ha inviato un tweet nel quale scriveva: “Saccomanni ritiene di intervenire per limitare l’uso del contante. Noi la pensiamo all’opposto”. E se per il capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, Brunetta, Saccomanni “vive su Marte, è un marziano”, per Maurizio Gasparri invece il ministro dell’Economia dice ”sciocchezze” e “parla da burocrate scollegato dalla realtà, mostrando la sua inadeguatezza”.
Le maggiori critiche sono piovute però dalla Lega Nord. Basandosi sui rilievi dei rappresentanti di Corte dei Conti e di Bankitalia, circa la manovra di stabilità, Maroni ha affermato con vigore l’inadeguatezza di Saccomanni a ricoprire il ruolo presso via XX settembre ed ha annunciato una mozione di sfiducia individuale, iniziativa puntualmente presentata dal gruppo parlamentare padano.
A smorzare i toni sulla soglia minima è però il diretto interessato quando, all’entrata della Giornata del Risparmio ha definito le critiche “del tutto marginali”.