L’Obesità è un paradosso

Pubblicato il 31 Ottobre 2013 alle 14:17 Autore: Marco Caffarello

Una ricerca francese ha scoperto una delle cause dei difetti di regolazione dell’appetito degli obesi. Questa dipende dalla speciale affinità tra la grelina e le immonoglobuline che, impedendone di sciogliersi nel sangue, consentono all’ormone di svolgere per il cervello il costante richiamo alla fame.

 

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“Ma come fa ancora ad aver fame?”. Chissà quante volte ci saremo fatti, anche con un po’ di malizia, questa domanda, davanti a qualcuno che di smettere di mangiare proprio non ci pensa affatto. Ma non si tratta di volontà: l’impulso alla fame è un fenomeno organico complicatissimo, che coinvolge un’ innumerevole rete di elementi, come ormoni, impulsi nervosi, reazioni metaboliche, e il difetto di una sola di queste funzioni compromette la regolarità non solo dell’alimentazione, aumentandola e decrescendola, ma della salute stessa dell’organismo.

Da un’ultima ricerca, in Francia, presso l’Università di Rouen, un’ equipe ha infatti compreso perchè coloro che soffrono di problemi di peso non riescano, nonostante la loro volontà e gli sforzi, a rinunciare a mangiare, e a smettere di avere nei confronti del cibo comportamenti da iperfagia; una scoperta sorprendente, o meglio paradossale. Quando, infatti, mangiamo sono molti gli ormoni che entrano in campo nei processi digestivi e nel controllo dell’appetito, e tra questi c’è la Grelina, (un altro è la leptina) un ormone prodotto dalle pareti dello stomaco e dalle cellule del pancreas che svolge la funzione di ‘regolatore’, ‘controllore’ dell’appetito, interagendo direttamente con il sistema nervoso centrale, in particolare con l’Ipotalamo. Alla struttura dell’encefalo, su cui ricadono numerose funzioni, dal sonno alla attività endocrine, dalla termoregolazione cellulare alla vita emozionale, è affidato infatti anche il controllo dell’appetito, una ‘regia’ che ci consente di assumere cibo in base al reale bisogno dell’organismo e di smettere allorché siamo sazi, ‘escamotage‘ naturale che permette così il controllo del peso. Quando infatti avremo mangiato con abbondanza l’Ipotalamo, informato dalla concentrazione di grelina nel sangue, interviene riducendo lo stimolo della fame e induce l’organismo ad alzare l’attività metabolica, spendendo le proprie energie. Ma perchè ciò non accade per un obeso? Da un’analisi dei valori ematici dei pazienti, infatti, ci si è accorti che la concentrazione di grelina per i pazienti obesi non è affatto superiore a quella di persone che non soffrono di problemi di peso, anzi, sono state riscontrate paradossalmente concentrazioni persino ridotte. Nelle persone obese la responsabilità del difetto di regolazione dell’appetito fa fatta ricadere, spiega l’equipe, nella speciale ‘affinità’ esistente tra l’ormone della fame e cellule del sistema immunitario, gli anticorpi o le immunoglobuline, che sarebbero alla base della continua stimolazione della fame degli obesi. Si è notato, infatti, che nelle persone obese le immunoglobuline si legano alla grelina e la ‘proteggono’, evitando così che l’ormone possa sciogliersi nei flussi sanguigni, un difetto che, stando all’ipotesi dell’equipe di ricerca, è alla base della costante produzione dello stimolo della fame degli obesi. Così, infatti, spiega Sergueï Fetissov, ricercatore per l’Università di Rouen: “Le immunoglobuline hanno differenti proprietà nei pazienti obesi. Sono più fortemente ‘ attratte’ alla grelina che nei soggetti di peso normale o in pazienti anoressici. E ‘ questa differenza di ‘ affinità ‘ che consente alle immunoglobuline il trasporto di più grelina al cervello e aumentare così la sua azione stimolante sul cibo.” Test sui topi confermano l’ipotesi: quando gli anticorpi estratti dal sangue di roditori obesi sono stato infatti combinati con la grelina di un topo da laboratorio in peso standard, si è registrato un notevole aumento dell’impulso alla fame. Ed è vero anche il contrario, ossia la riduzione, documentata dalle analisi, della fame allorchè le immunoglobuline dei roditori sani sono stati donati ai topi obesi. Spiega Pierre Déchelotte, ricercatore per l’equipe di Rouen.”Legandosi alla grelina, le immunoglobuline proteggono l’ormone della fame affinché non si scomponga rapidamente nel flusso sanguigno. La grelina può quindi agire così sul cervello e a lungo, stimolando l’appetito”. La comprensione di questo paradossale difetto dei sistemi di produzione dello stimolo della fame aiuterà la ricerca a trovare nuove terapie e nuovi modelli per contrastare l’ormai sempre più diffuso problema dell’obesità, una vera e propria pandemia mondiale che solo in Francia coinvolge il 15% della popolazione. “La nostra scoperta apre a nuove opportunità per i trattamenti che agiscono sulla base di questo meccanismo di riduzione dell’ iperfagia osservata in casi di obesità”, spiega Déchelotte,che poi conclude:” I nostri risultati possono anche essere utilizzati per studiare il fenomeno opposto, ossia la perdita dell’ appetito , come osservato nei casi di anoressia.”

http://presse-inserm.fr/en/francais-obesite-un-nouveau-mecanisme-daugmentation-de-lappetit-decouvert/9922

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