Istat: record disoccupazione al 12,5%, mai così dal 1977
I documenti prodotti dall’Istat parlano chiaro: settembre ha significato un ulteriore mese negativo per l’occupazione. Infatti la disoccupazione, in rialzo di 0,1% rispetto ad agosto e di 1,6% su base annua, ha toccato l’apice. I valori del mese passato sono gli elementi più alti rispetto a gennaio del 2004 (serie mensili) ed al primo trimestre del 1977 (serie trimestrali).
Meno di due giovani su dieci lavorano, anche se bisogna contemplare all’interno di questo dato la presenza dei minorenni e quindi degli studenti. Di fatto il dato più preoccupante è la disoccupazione giovanile, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, che a settembre è arrivata al 40,4%, in aumento dello 0,2% rispetto ad agosto e di 4,4% nel confronto annuo.
Gli occupati sono 22.349.000 circa, con una contrazione di 80.000 rispetto il mese precedente e di 490.000 in confronto l’anno passato, facendo così passare il tasso di occupazione al 55,4%. Gli obiettivi europei per il 2020 ci imporrebbero, invece, un tasso di occupazione pari al 67%. I disoccupati, sottolinea l’Istituto Nazionale di Ricerca sono arrivati a quota 3.194.00 circa. Di conseguenza il tasso di inattività (cioè coloro che rientrano nella fascia di attività 15-64) si posiziona al 36,4%, in aumento sia rispetto il mese che l’anno precedente.
La distribuzione di genere, inoltre, dimostra come l’Italia sia un paese ancora parzialmente incapace di adattarsi agli standard nord europei: se l’occupazione maschile si attesta al 64,4%, quella femminile arriva appena al 46,5%. Logica conseguenza sono i valori della disoccupazione, divisa anch’essa per genere: maschile al 12%, femminile al 13,2%.
Il ministro del Lavoro e Politiche Sociali, Enrico Giovannini, ha commentato i dati Istat presso la Camera dei Deputati: “il fatto che il livello occupazionale, dopo circa tre quattro mesi di sostanziale stabilità, è nuovamente diminuito e che si sia verificato nel mese di settembre, in cui si sono verificati comunque dei segnali di ripresa di alcuni settori, mostra come complessivamente la crisi continui a mordere sul mercato del lavoro, come sempre, con tempi più lunghi rispetto all’eventuale ripresa dell’attività produttiva”. Per questo il ministro ha affermato che la politica deve fare di più per le imprese e quindi la discussione sulla Legge di Stabilità “sia importante per accelerare il contenuto di occupazione”.
Daniele Errera