Chiuso per scorrettezze. Il congresso per l’elezione del segretario provinciale del Pd di Frosinone deve essere annullato. A chiederlo sono tre candidati su quattro: Sara Battisti, Alessandro Martini e Mario D’Alessandro. I motivi: le “gravissime scorrettezze che ne hanno danneggiato e inficiato la validità”, le “anomalie nella gestione del tesseramento e casi di congressi indetti senza rispettare i termini di convocazione”.
Il quarto in corsa, Simone Costanzo, ribatte che non ci sono state anomalie e accusa i tre sfidanti di voler evitare la conta. Nel frattempo Frosinone si aggiunge al corposo elenco di episodi che stanno avvelenando la fase congressuale del Pd. I tre candidati ‘laziali’ hanno parlato di “platee congressali dopate” ma accuse del genere rimbalzano da regione a regione.
Zero dibattiti, lievitazione anomala del numero dei tesserati, iscrizioni impedite a chi ne ha fatto richiesta, modalità non troppo cristalline: accuse simili arrivano da Milano, da Asti, da Torino, da Caserta, da Rovigo, da Catania, da Lecce, da Piacenza. Una ampia geografia di tensioni, ricorsi, annullamenti: dal Piemonte alla Sicilia si rincorrono voci di “capibastone” (o “signori delle tessere”) che starebbero pilotando il voto. E ovunque i nervi sono lì lì per saltare.
A Roma, dove la candidata Lucia Zabatta è stata la prima a puntare il dito sul fenomeno, in alcuni circoli si è arrivati anche alle mani.
Mentre a Frosinone i tre candidati chiedevano l’annullamento della competizione, il candidato alla segreteria nazionale del Pd Gianni Cuperlo (descritto da chi gli è vicino come “molto infastidito”) scriveva una lettera alla commissione nazionale per il congresso, chiedendo di sanzionare “la distorsione di gruppi organizzati”. “Non possiamo accettare la moltiplicazione abnorme del numero degli iscritti a ridosso delle procedure di voto, e talvolta durante le stesse” ha scritto Cuperlo. “Ci sono, in tutta evidenza, regole da rivedere ma intanto va sanzionata la distorsione di gruppi organizzati che dimostrano scarso o nullo interesse per il confronto interno e per l’impegno di militanza”.
Un intervento tardivo, però, almeno secondo Pippo Civati che risponde dal suo blog: “Gianni Cuperlo ha scritto un appello contro la degenerazione delle tessere. Lo ha scritto ieri, dopo la degenerazione. Meglio tardissimo che mai, s’intende. Ma perché, caro Gianni, quando l’appello, pubblicato da tutti i giornali, è stato fatto dalla Sicilia, dalla Puglia e dalla Campania, e poi dal Piemonte e da altre regioni, alle prime notizie dei pasticci, non hai inteso dire nulla?”
Insomma tanti pasticci e tante polemiche. Abbastanza da fare del male al partito. A pensarla così è ad esempio il deputato renziano Walter Verini: “quanto sta avvenendo oggi può coprire, nei titoli dei giornali, il profilo dei candidati alla segreteria, che è un profilo all’altezza del Pd. Questi fenomeni danno l’immagine quotidiana del Pd”.