Terra dei fuochi – Pentito Casalesi Schiavone “Tra 20 anni tutti morti”
La rivelazione di Carmine Schiavone, pentito dei Casalesi. Rifiuti radioattivi in un “terreno su cui oggi ci sono i bufali e su cui non cresce l’erba” vicino alla superstrada.
A rivelarlo è il pentito dei Casalesi, Carmine Schiavone, nell’audizione choc davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, desecretata. A quanto spiega Schiavone per il clan l’affare dei rifiuti diventa ”autorizzato” solo dal 1990 in poi.
Tuttavia, precisa il pentito, ”quel traffico veniva già attuato in precedenza e gli abitanti del paese rischiano di morire tutti di cancro entro 20 anni; non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e cosi via avranno forse 20 anni di vita”. I clan dei Casalesi, che hanno gestito il business dei rifiuti, hanno incassato fino a 500mila lire a fusto per smaltire nelle campagne il materiale che bisogna trattare in modo diverso e, ovviamente, con costi diversi. L’audizione, rimasta segreta per lunghi anni, è ora pubblica.
Per smaltire questi fusti occorreva un’attrezzatura speciale, ha detto Schiavone, ed il costo dell’operazione oscillava intorno ai due milioni e mezzo lire a fusto. I clan della camorra si facevano carico invece dello smaltimento per cinquecentomila lire. In diversi anni i camion provenienti dal nord, ha aggiunto ancora Schiavone, avrebbero portato in zona di tonnellate di rifiuti. A far giungere i rifiuti industriali scaricati per anni nelle campagne delle province di Caserta e di Napoli sono stati dei procacciatori. Lo ha detto nel 1997 dinanzi alla Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti il boss pentito Carmine Schiavone nel corso dell’audizione desecretata. Per Schiavone in alcuni circoli culturali di Arezzo e di Milano si sarebbero rinsaldati i rapporti per la gestione del ciclo di smaltimento di rifiuti industriali e tossici.
I rifiuti venivano scaricati di notte e le pale meccaniche vi spargevano sopra del terreno. Ma talvolta la spazzatura finiva anche a 20 o a 30 metri di profondità. Schiavone ha raccontato che lungo la statale Domiziana, in vasche profonde anche 40 metri, è stato smaltito di tutto. Spazzatura che sulle carte sarebbe dovuta finire in discariche autorizzate. Sulle carte, secondo quanto ha raccontato Schiavone 16 anni fa, tutta l’operazione era regolare.
Soddisfazione per desecretazione atti Schiavone di Laura Boldrini, presidente Camera
“Esprimo grande soddisfazione per la decisione, adottata all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza della Camera, di togliere il segreto sui contenuti dell’audizione che il collaboratore di giustizia Carmine Schiavone svolse nell’ottobre 1997 alla Commissione bicamerale di inchiesta sul ciclo dei rifiuti. Si tratta della prima volta che la Presidenza della Camera – senza che questo sia richiesto dalla magistratura – decide di rendere pubblico un documento formato da Commissioni di inchiesta che in passato lo avevano classificato come segreto. I cittadini hanno tutto il diritto di conoscere quali crimini siano stati commessi ai loro danni per poter esigere la riparazione possibile. Troppo spesso, nella storia del nostro Paese, il segreto è stato infatti invocato non a tutela non dei diritti di tutti ma a copertura degli interessi di alcuni. La fiducia nelle istituzioni si rinsalda anche facendo luce su zone d’ombra immotivate e perciò inaccettabili all’opinione pubblica.
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