Il caso Innocenzi divide i giornalisti italiani
La notizia non è poi così rilevante, ma è riuscita a scatenare diatribe e polemiche in poche ore. Giulia Innocenzi, volto di Servizio Pubblico e penna del Fatto Quotidiano, non ha passato la prova scritta per l’abilitazione alla professione di giornalista. Dunque, per il momento, niente iscrizione all’albo dell’Ordine.
Nel day after, i quotidiani d’area centrodestra non hanno risparmiato le loro frecciate all’odiata “allieva del teletribuno Santoro”. Ad esempio, Matteo Pandini (Libero) commenta: “Diventare professionista non è una passeggiata. Anche se ti chiami Giulia Innocenzi e frequenti ‘una vera scuola di giornalismo’ come quella di Santoro”. Ironico il giudizio di Cristina Bassi del Giornale: “Con un mentore del calibro di Santoro ci si aspetterebbero risultati migliori” e precisa: “È vero che per essere un bravo giornalista non c’è bisogno di un pezzo di carta. Lo dimostra il fatto che anche Milena Gabanelli fu bocciata all’esame – ricorda Bassi –. È vero anche che l’Ordine è considerato da molti un ente inutile da abolire. Ma finché esiste, chi vuole praticare il mestiere deve passare attraverso le sue maglie”.
Di contro, alcune famose firme del giornalismo nostrano si sono schierate dalla parte d’Innocenzi, tentando un affondo contro l’Ordine dei giornalisti, “residuo fascista”, secondo Pierluigi Battista del Corriere. E c’è chi si scaglia con durezza proprio contro l’esame galeotto: “La bocciatura all’esame di giornalismo di Giulia Innocenzi dimostra la ridicola inutilità dell’esame medesimo”, twitta Mattia Feltri della Stampa. Sorprende la posizione di Nicola Porro: “Giulia Innocenzi bocciata all’esame di giornalismo? Un mondo di rosiconi che gode. Che schifezza”, è l’amaro commento del giornalista economico del quotidiano di Paolo Berlusconi.
C’è poi l’articolo di Luca Telese per Linkiesta, un’appassionata filippica in difesa della collega maltrattata dagli internauti – che le hanno riservato ironie e insulti sui social network – e dal duo Sallusti-Belpietro: “In Italia, sono Libero e Giornale che hanno sparato a palle incatenate contro questa istituzione (l’Ordine dei giornalisti nda) per motivi spesso sensatissimi, ma improvvisamente se bisogna sbeffeggiare una giornalista che lavora con il ‘nemico’ Santoro, essa diventa una Cassazione”. E riporta la sua testimonianza: “Fui bocciato al corso dell’ordine, come un somaro, e promosso con pieni voti all’esame”, per poi inveire contro “l’assurdo di considerare come un giudizio attendibile un concorsone taroccato per costituzione, in cui può capitare di andare benissimo o malissimo per puro caso, una lotteria in cui si essere interrogati sullo scibile umano”.
La bocciatura di Giulia Innocenzi ha spaccato al suo interno l’Ordine dei giornalisti italiani. Da molti anni si parla di abolire tutti gli albi professionali e liberalizzare i settori, ma il Parlamento ha sempre evitato di risolvere la questione: è nell’ordine delle cose.
Fabrizio Neironi