Come ogni anno arriva quel momento, quel periodo dell’anno a cavallo tra la fine della bella stagione e l’inizio del periodo autunnale, in cui ci si ritrova ad esser mediaticamente subissati da due termini, o meglio, due sigle economiche tanto omogenee quanto sovrapponibili l’un l’altra. Stiamo parlando di DEF e NADEF.
Nelle ultime settimane non si parla d’altro: il governo ha finalmente approvato la Nota di aggiornamento al DEF (Documento di Economia e Finanza), in breve NADEF, elemento di primissima importanza nella vita politica ed economica del Paese durante il quale l’esecutivo è chiamato ad agire e ad aggiornare le sue previsioni in ottica Legge di bilancio.
Cos’è e a cosa serve?
La Nota di aggiornamento al DEF (NADEF) è, per definizione, un testo che il governo deve presentare alle Camere necessariamente entro e non oltre il 27 settembre di ogni anno (come stabilito dall’art. 7 della L. 196/2009) tempistica che quest’anno ha subito un’evidente deviazione per le cause di forza maggiore che tutti conosciamo.
Al suo interno vengono rielaborate le stime economico-finanziarie formulate nel DEF, presentato nel mese di aprile, aggiornate sulla base delle nuove rilevazioni statistiche a disposizione, ma più precisamente, rimandando alla documentazione parlamentare della Camera dei Deputati: “la Nota di aggiornamento del DEF rappresenta lo strumento attraverso il quale il Governo aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del DEF in relazione alla maggiore stabilità e affidabilità delle informazioni disponibili sull’andamento del quadro macroeconomico. Il documento contiene l’aggiornamento degli obiettivi programmatici, le osservazioni e le eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma, anticipando i contenuti della successiva manovra di bilancio.”
Come accennato in precedenza, dunque, la NADEF altro non è che una tappa intermedia e decisiva attraverso cui passa l’approvazione della nuova manovra di bilancio con la quale il Parlamento delibera sullo stanziamento e l’utilizzo delle risorse cui l’esecutivo dovrà farsi carico.
Quale la materia in oggetto?
I contenuti principali di ogni NADEF sono scanditi e previsti dall’art. 10-bis della L. 196/2009. Il documento rileva alcuni punti fondamentali:
- eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici rispetto al Documento di Economia e Finanza presentato ad aprile per stabilire una diversa articolazione di tali obiettivi, ovvero di recepire raccomandazioni approvate dal Consiglio dell’Unione europea, o delle previsioni macroeconomiche e di finanza pubblica;
- in valore assoluto, gli obiettivi di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale;
- osservazioni ed eventuali modifiche e integrazioni del DEF in relazione alle raccomandazioni del Consiglio dell’Unione europea sul Programma di stabilità e sul Programma nazionale di riforma e indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo;
A questi devono essere affiancati, in allegato, la nota illustrativa sulle leggi pluriennali di spesa, il rapporto programmatico fiscale e gli eventuali disegni di legge (ddl) annessi.
Il piano di interventi
Gli interventi, come espressamente si legge nel comunicato stampa con cui lo stesso Consiglio dei Ministri ha annunciato l’approvazione, “saranno principalmente rivolti a sostenere, nel breve termine e per tutta la durata della crisi da COVID-19, i lavoratori e i settori produttivi più colpiti; a valorizzare appieno le risorse messe a disposizione dal programma ‘Next Generation EU‘ per realizzare investimenti e riforme di vasta portata e profondità; ad attuare un’ampia riforma fiscale che migliori l’equità, l’efficienza e la trasparenza del sistema tributario riducendo anche il carico fiscale sui redditi medi e bassi, coordinandola con l’introduzione di un assegno universale per i figli; ad assicurare un miglioramento qualitativo della finanza pubblica, spostando risorse verso gli utilizzi più opportuni a garantire un miglioramento del benessere dei cittadini, dell’equità e della produttività dell’economia; a ricondurre l’indebitamento netto della pubblica amministrazione verso livelli compatibili con una costante e sensibile riduzione del rapporto debito/PIL“.
Per il 2021 l’obiettivo di indebitamento netto è al 7% del PIL rispetto a un tendenziale del 5,7%, con uno spazio di bilancio per una manovra espansiva di 1,3 punti percentuali di PIL, cioè oltre 22 miliardi. Il debito/PIL è previsto in calo nel 2021 di 2,4 punti dal 158% al 155,6%, mentre per gli anni successivi si delinea un percorso di graduale rientro, con l’obiettivo di riportarlo al di sotto del livello pre-Covid entro la fine del decennio.
Grazie alle misure espansive, nel 2021 è attesa una crescita del PIL del 6% (rispetto a un tendenziale del 5,1%), che nel 2022 e nel 2023 si attesterà al 3,8% ed al 2,5% rispettivamente.
Segnali di compattezza
Intanto, nel tardo pomeriggio del 14 ottobre, la maggioranza di governo approva lo scostamento di bilancio, dimostrandosi compatta alla prova dei numeri. Al Senato i sì sono stati 165, superando soglia 161 della richiesta maggioranza assoluta, e lo stesso epilogo si è avuto per i voti alla Camera: i sì sono stati 325, oltrepassando anche qui la soglia della maggioranza assoluta prevista a 316. L’opposizione si è astenuta in entrambi i rami del Parlamento sullo scostamento di bilancio, votando invece contro la NADEF.
“E’ stata una grande prova della tenuta della maggioranza” sottolinea il premier Conte, dimostrandosi soddisfatto subito dopo il voto del Senato.