Uno dei quadri più famosi di tutti i tempi, la prova di come uno sguardo possa affascinare per oltre cinque secoli: “la ragazza col turbante”, meglio conosciuta come “la ragazza con l’orecchino di perla” è il capolavoro di Jan Vermeer e sarà presto esposto a Bologna dall’8 febbraio al 25 maggio 2014 a Palazzo Fava.
Dall’11 novembre sarà possibile acquistare i biglietti per l’esposizione che, prevista una folta affluenza, sarà quasi esclusivamente su prenotazione. Già qualche mese fa erano uscite le prevendite per cinquecento biglietti che subito erano andati a ruba, adesso ci si aspetta un “accanimento” ancora maggiore per un’occasione veramente rara.
il nostro paese potrà ospitare un’esposizione così prestigiosa grazie alla collaborazione tra la Fondazione Carisbo, lo storico dell’arte Marco Goldin ed Emilie Gordenker, direttrice del Mauritshuis Museum de L’Aja dove il più celebre dipinto di Vermeer è conservato. La trattativa è durata circa due anni, da quando il Mauritshius è stato chiuso per lavori di restauro, che ne vedranno la riapertura durante la prossima estate, ma finalmente la richiesta è stata accolta.
«Sarà l’unica occasione per ammirarla in Europa al di fuori della sua sede storica da dove, conclusa la mostra bolognese, probabilmente non uscirà mai più, essendo l’opera simbolo del museo riaperto», afferma il Presidente della Fondazione Carisbo, Fabio Roversi-Monaco.
Paragonabile, per fama e attenzione, alla Gioconda o all’urlo di Munch, “La ragazza con l’orecchino di perla” affascina anche per il velo di mistero che avvolge la vita de suo creatore. Poco si sa, infatti, sulla vita di Vermeer, sebbene sia vissuto in un’epoca non così lontana (tra il 1632 e il 1675): da qui le interpretazioni liberamente romanzate dell’affascinante vita del pittore olandese e della musa ispiratrice per il suo capolavoro, nel film del 2003 interpretato da Scarlett Johansson ed ispirato al libro omonimo di Tracy Chevalier.
E la mostra accoglie, oltre alla tela sopracitata, anche una raffinatissima selezione di quadri della Golden Age olandese. Ma non solo. Marco Goldin ha richiesto la collaborazione di una quindicina di artisti italiani contemporanei che esporranno le loro opere accanto a quelle di Vermeer. Senza rispettare una corrispondenza cronologica dunque, si punta al concetto: questi artisti – tra gli altri, Guccione, Sarnari, Olivieri – hanno in comune con il pittore seicentesco l’adesione all’idea della predominanza dei colori sulle forme, della luce come mezzo assoluto di definizione e risalto, senza distinzione tra figurativo e reale.
Antico-contemporaneo dunque nella stessa sala, col tentativo di cogliere quei concetti extraterritoriali e sovratemporali che uniscono artisti lontani nel tempo ma vicini con l’anima.
Cecilia Lazzareschi