Falchi contro colombe, il PDL alla resa dei conti. Il governo continua a ballare per via delle perturbazioni provenienti dal PDL che non danno tregua al governo. Sul piatto restano ancora la legge di stabilità e la decadenza di Berlusconi.
La nuova Forza Italia (ex Pdl) non è certo un blocco granitico, come le ultime settimane hanno dimostrato. Sin dalla fiducia “acchiappata per i capelli”, come dice Renato Brunetta, il partito si è spaccato in due tronconi apparentemente in aperta guerra e senza una concreta possibilità di riappacificazione.
Chi sono ‘falchi’ e ‘colombe’ del Pdl? I primi sono quelli vicini a Berlusconi, mentre i secondi sono guidati dai ministri, in particolare dal vicepremier Alfano. Al centro del contendere non c’è tanto la volontà di controllo del partito, quanto la sopravvivenza del governo in nome della stabilità. Ma i falchi non vogliono sentire ragioni, soprattutto per via della questione decadenza di Berlusconi rispetto alla quale il PD sembra intenzionato a continuare sulla propria strada votando a favore. I falchi, se non saranno anticipati dai renziani, minacciano di far scivolare il governo sulla legge di stabilità, a loro dire iniqua.
Ed è sulla legge di stabilità che i due partiti interni al PDL si scontrano. I falchi vogliono una riscrittura totale, portano avanti una critica con una sola parola d’ordine: meno tasse. Ma, dalle dichiarazioni degli stessi, non si riesce ad evincere come sostituire i miliardi di tasse che vogliono eliminare. Portano avanti la tesi della Cgia di Mestre, la quale parla di un aumento delle tasse per più di 1 miliardo di euro. Tesi smentita dai governativi che parlano di forti riduzioni delle tasse per le famiglie. Le colombe sono accusate dai falchi di portare avanti una linea troppo morbida per la questione giudiziaria del cavaliere e per la legge di stabilità. Ma le stesse non intendono farsi attaccare all’infinito.
Parlando della legge di stabilità il ministro dei trasporti, Maurizio Lupi, tramite una nota fa una domanda ai compagni di partito: “vogliamo migliorarla (la legge di stabilità, ndr) nell’interesse dei cittadini oppure vogliamo trasformarla in una assurda resa dei conti interna sulla pelle degli italiani lasciando il Paese senza governo?”.
Dai falchi, però, sembra che si faccia finta di niente, sembra che non si vogliano sentire questi appelli. L’obiettivo è sempre quello: trattare sulla legge di stabilità per mantenere la carica del cavaliere, o cade il governo. E il gioco è ormai chiaro, anche a Fassina, viceministro all’Economia, che ne parla apertamente, accusando i falchi di voler nascondere dietro i ‘difetti’ della legge di stabilità un salvacondotto per Berlusconi. “La struttura della service tax è stata definita in un consiglio dei ministri di agosto. Il PDL – continua il ministro democratico – ne uscì soddisfattissimo per aver eliminato l’IMU. Non avranno mica cambiato idea?”. Attacco mirato di Fassina, che però ricade nel vuoto. Capezzone ha detto che il PDL si è posto come partito anti-tasse, “abbiamo un ministro che si è definito come la sentinella contro le tasse, come spiegheremo agli elettori che le tasse aumenteranno per un miliardo?”.
E intanto la guerra va avanti, la guerra tra lealisti e governisti, tra falchi e colombe. La guerra del potere, tra chi ha “l’80% del partito”, i falchi, e chi il restante 20%. E intanto continuano i conti alla rovescia: entro giovedì dovranno essere presentati gli emendamenti alla legge di stabilità, che come annunciato da Gasparri saranno tantissimi, mentre sarà presto sarà stabilita la data per il voto sulla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi.