Nonostante le relazioni diplomatiche tra Usa e Iran siano riprese dopo 30 anni di silenzio, con la telefonata tra Obama e Rohani, e la conferenza Ginevrina sul nucleare di metà Ottobre si sia svolta in un’atmosfera favorevole: Khamenei, guida suprema dell’Iran, è pessimista sulla possibilità di raggiungere un accordo con l’Occidente sul nucleare, non risparmia neanche Israele, nel discorso tenuto di fronte agli studenti di Teheran.
Certo “le trattative non produrranno alcuna perdita per l’Iran”, ha detto l’Ayatollah, che poi ha aggiunto di non essere “ottimista” sull’esito dei negoziati: è bene ricordare a lui spetta l’ultima parola sul loro esito.
Tuttavia non smetterà di appoggiare le trattative che, riprenderanno giovedì e venerdì prossimo, in molti hanno definito incoraggianti: “tanto meglio se i negoziati porteranno frutti, ma se non succederà, l’Iran dovrà reggersi sulle proprie gambe”.
L’Ayatollah Khameini, nel 34esimo anniversario della presa khomeinista dell’ambasciata americana di Teheran, difende anche l’operato del team negoziale iraniano, guidato dal Ministro degli Esteri Zarif, che alcuni accusano di voler svendere il programma nucleare iraniano: “non sono alla ricerca di compromessi, li aspetta una missione difficile, nessuno deve indebolire degli agenti in missione, sono i nostri figli, i figli della rivoluzione”.
Nel discorso non mancano le staffilate a Usa e Israele.
“Non bisogna fidarsi di chi si propone con un sorriso mentre dice che tutte le opzioni per la trattativa sono sul tavolo” ha dichiarato Khameini: contraddicendo il riavvicinamento del presidente Rohani agli Usa dei mesi scorsi, “le ambasciate Usa sono covi di spie e centri di spionaggio” ha inoltre dichiarato.
L’Ayatollah contraddice il “nuovo corso” del Presidente Rohani anche su Israele: “quello di Israele un regime illegittimo e bastardo”, Rohani subito dopo la sua elezione aveva tentato invece di stemperare i toni con i vicini dello Stato ebraico.