4 novembre, il sindaco di Messina con la bandiera della pace
Non voleva passare inosservato e certamente c’è riuscito, suscitando qua e là approvazioni e rumorosi mugugni. Tra le notizie del giorno, infatti, è finito anche il gesto del sindaco di Messina Renato Accorinti che ieri, alla cerimonia per la festa delle Forze Armate, si è presentato in una tenuta inusuale: fascia tricolore d’ordinanza indossata su una maglietta rossa e, nelle mani, una bandiera della pace con l’incipit dell’articolo 11 della Costituzione, “L’Italia ripudia la guerra”.
Qualcuno si è sorpreso nel veder arrivare il sindaco in quel modo, arrivando fino al cippo dedicato ai militari caduti. Ancora più diretto, però, è stato il suo discorso, che ha creato più di un malumore. “Bisogna chiudere gli arsenali militari – ha detto – si svuotino gli arsenali, strumenti di morte e si colmino i granai, fonte di vita. Il monito che lanciava Pertini sembra ancora cadere nel vuoto. Da allora non è cambiato nulla. L’Italia, che per la Costituzione ripudia la guerra continua a finanziare la corsa agli armamenti e a sottrarre drasticamente preziose necessarie risorse per le spese sociali, la scuola, i beni culturali, la sicurezza”.
Un accenno è stato rivolto anche alla Sicilia, che più di altre regioni sentirebbe sulla sua pelle questa situazione negativa: “La nostra isola rischia di diventare una portaerei del Mediterraneo: una base dalla quale fare partire strumenti di morte e controllare con tecnologie satellitari (Muos) i paesi stranieri. Anche l’arrivo dei flussi migratori è vissuto come un problema di ordine pubblico da affrontare con le forze armate, da circoscrivere in ghetti, lontani dagli sguardi della popolazione italiana. Questa Amministrazione appoggia quelle lotte e quegli ideali. Questa Amministrazione dice Sì al disarmo. Questa amministrazione, fedele alla Costituzione Italiana, dichiara il proprio No a tutte le guerre”.
Si sarebbe sentito “offeso” dal comportamento del sindaco il generale Ugo Zottin, comandante interregionale dei Carabinieri, che ha lasciato in anticipo la cerimonia. Decisamente irritata la reazione del ministro per la Pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia: “Il sindaco Accorinti dovrebbe scusarsi pubblicamente con la cittadinanza messinese per una provocazione demenziale e inopportuna, che offende le Forze Armate e la memoria di quanti, anche nostri concittadini, sono morti per la pace in Italia e nelle missioni internazionali. Alle Forze Armate, giustamente indignate, va la nostra solidarietà e gratitudine. Essere sindaco non significa fare l’attivista di una minoranza, per quanto rispettabile, ma rappresentare tutti i cittadini e il sentimento di un’intera comunità. Oggi Accorinti non l’ha fatto”.
Gabriele Maestri