Per Matteo Renzi, volendo, è già una piccola vittoria ascoltare una delle ultime dichiarazioni di Roberto Maroni, segretario della Lega, sulla sua successione alla guida del Carroccio. In occasione dell’inaugurazione dell’Eicma alla Fiera di Rho-Pero a Milano (la stessa in cui Alfano ha annunciato il rinnovato sostegno di Berlusconi al governo) il governatore della Lombardia ha dichiarato le sue intenzioni ai cronisti: “Umberto Bossi rappresenta la gloriosa storia della Lega, ma io mi auguro che ci sia il Renzi della Lega, che io sosterrò“.
Il sindaco di Firenze è diventato dunque un’antonomasia (anche se per il momento mantiene ancora la maiuscola nel cognome), per indicare un candidato giovane, rampante, che più che rappresentare la storia di un partito guarda avanti e rispetta più il futuro del passato (pur avendone chiaramente uno). E’ questa dunque la reazione di Maroni all’azione di Bossi che ieri ha ufficialmente presentato la sua candidatura alla segreteria federale della Lega. Una mossa che non coglie affatto di sorpresa il leader: “Lo sapevo che l’avrebbe fatto; immagino che ci saranno altri candidati e dovremo decidere se affidarci al passato o investire sul futuro”.
Maroni coglie l’occasione per rispondere anche alle domande dei cronisti sul futuro politico della Lega, in particolare sulla sua collocazione nello scacchiere politico, dopo che le esperienze dei governi Monti e Letta hanno visto il partito su posizioni opposte rispetto al Pdl, con cui si era presentata al voto in coalizione. “La Lega – spiega Maroni – alle prossime elezioni potrà candidarsi ancora con Forza Italia o il Pdl, quello che sarà, a condizione che ci siano le primarie per tutti“. E, a questo proposito, il governatore lombardo giudica con interesse l’ipotesi delle primarie di coalizione rilanciata ieri da Alfano: “Mi pare un’ottima idea e abbiamo già pronto il nostro candidato che è Flavio Tosi“.
Una battuta Maroni la riserva anche al “caso Cancellieri”: per ora la Lega Nord è orientata a chiedere le dimissioni del ministro della Giustizia, ma prima di decidere ascolterà il suo discorso. ”Noi non diamo giudizi affrettati o pregiudiziali – ha spiegato – vogliamo sentire quello che ci dirà. Se non ci convincerà appoggeremo la richiesta di dimissioni. Ad oggi sono per le dimissioni. Come mi ha confermato l’ex ministro Castelli, questo è un comportamento scorretto“.