Lo storico leader palestinese Arafat è stato avvelenato. È Al Jazeera a comunicare i risultati degli esami, compiuti da un’equipe svizzera, sulla salma di Yasser Arafat.
Lo storico leader dell’OLP, venuto a mancare in circostanze mai del tutto chiarite l’11 Novembre del 2004 a 75 anni in un ospedale militare alla periferia di Parigi, molto probabilmente è stato avvelenato. Dopo la morte non era stata eseguita l’autopsia per volontà di sua moglie Suha
I resti di Arafat furono riesumati il 27 di Novembre del 2012, per essere analizzati da tre diverse squadre di esperti svizzeri, russi e francesi incaricati dalla magistratura parigina.
Arafat, nell’Ottobre del 2004 alla fine della seconda intifada, da due anni si trovava nella sua base di Ramallah, completamente circondata dagli israeliani: pur vecchio e stanco “non mostrava sintomi di alcuna malattia, godeva di buona salute” dice il rapporto. Il 12 Ottobre accusa un malore dopo un pasto, il 29 Ottobre viene trasferito a Parigi, grazie a un aereo messo a disposizione dal governo francese, e dopo essere entrato in coma muore una decina di giorni dopo.
Sul sito della rete televisiva araba sono disponibili le 108 pagine del rapporto dei medici svizzeri: “pur tenendo conto degli 8 anni trascorsi dalla morte di Arafat e, di conseguenza, della qualità dei campioni prelevati, si può moderatamente avvalorare la tesi che sia deceduto in seguito ad avvelenamento da polonio 210”, così hanno scritto gli esperti dopo aver trovato valori “inaspettatamente alti” della sostanza radioattiva nelle ossa, delle costole e del bacino, e nei tessuti del leader palestinese.
Già a metà Ottobre, sempre Al Jazeera, aveva riportato la notizia che, 8 studiosi di un centro specializzato di Losanna, avevano trovato tracce di polonio su vestiti ed effetti personali di Arafat.
Sempre nel rapporto: la probabilità che il polonio sia responsabile della morte di Arafat è data all’83%. Secondo David Barclay, un medico legale che ha studiato la relazione, “la quantità di polonio riscontrata è superiore di 18 volte a quella normale”, questo basterebbe a ritenere le analisi dei tessuti, che hanno assorbito i liquidi corporei una volta sopravvenuto il decesso, una “prova evidente” dell’avvelenamento di Yasser Arafat.
Il polonio 210 è una sostanza estremamente tossica per l’organismo umano: anche in quantità microscopiche causa danni irreversibili in pochissimo tempo.
Una volta consegnatole il rapporto, Suha, la moglie d’Arafat ha dichiarato: “stiamo assistendo alla conferma di un omicidio politico”, è d’accordo con lei anche Nabil Shaat dell’OLP che aggiunge” è stato ucciso da chi lo voleva morto”.
Riferimento, neanche troppo velato, a Israele che definisce le indagini sulla morte di Arafat, per bocca del portavoce per gli esteri del governo Igal Palmor, una “telenovela”.
“Non sono stati analizzati i luoghi dove, Arafat, ha passato le ultime ore, né sono stati interrogati i medici che lo assistettero a Parigi”, inoltre, sostengono da Tel Aviv: “l’equipe russa prima ha negato la presenza di sostanze radioattive per poi smentirsi” insomma “un’indagine piena di falle”.