Matteo Renzi cala le sue carte sul caso Cancellieri (quando ormai però è chiuso) e, in modo educato ma fermo, contesta la posizione del segretario Pd Guglielmo Epifani: “Da segretario del Pd, ne avrei chiesto le dimissioni“. Soprattutto Anna Maria Cancellieri avrebbe fatto meglio a compiere un “passo indietro” dopo il caso Ligresti.
Renzi ne ha parlato in tv a Servizio pubblico, dopo essere stato a lungo su posizioni prudenti per non essere accusato di interventismo indebito da Letta. Anche se, nel suo intervento, il sindaco di Firenze ne ha anche per lui: “Letta l’ha difesa… è stato un errore”. Tornando alla ministra della Giustizia, per Renzi “avrebbe fatto un servizio al Paese dimettendosi, è inaccettabile che sia andata a finire così. Sarebbe stato meglio un passo indietro”. Archiviata questa vicenda, toccherà al Pd dimostrare che “noi non stiamo attenti agli interessi di alcune famiglie ma proveremo a fare un percorso in cui la legge è uguale per tutti. In questa vicenda la legge non è uguale per tutti“.
Indubbiamente Renzi è tra coloro che, all’interno del Pd, non sono rimasti convinti dalle parole della Cancellieri in parlamento e non lo nascondono: anche per questo, è probabile che si apra un dibattito tutto interno al partito, anche perché bisognerà prendere posizione sulla mozione del MoVimento 5 Stelle che chiede la sfiducia individuale alla Cancellieri (anche se è quasi certo che il Pd voterebbe no).
Guarda anche un po’ più in là Renzi, facendo qualche previsione politica. Non si mostra spaventato dalla possibilità che la legislatura si concluda nei prossimi mesi: “Le elezioni anticipate non sarebbero una catastrofe”, anche se (lo dice sempre lui) “non penso che avverranno”. Non manca però di ripetere il suo leitmotiv sul “governo a tutti i costi”: “Il 2014 sarà l’anno in cui vedremo se c’è in bluff in Parlamento. Se il Pd ha gli attributi, incalzi la maggioranza per capire se le riforme le vogliono fare o no“.
STOP AL TESSERAMENTO, CIVATI VOTA NO
Non si ferma, intanto, la polemica all’interno del Pd sul tesseramento durante il percorso congressuale. Ieri sera l’ufficio stampa del partito ha diramato una nota brevissima: “Con il parere positivo della Commissione per il Congresso, questa sera ogni membro della Direzione nazionale del Pd riceverà per email, e con la clausola del silenzio-assenso, una proposta di modifica del regolamento congressuale”. A ognuno, dunque, viene resa nota la proposta di sospendere il tesseramento dei nuovi iscritti dall’11 al 24 novembre, giorno della Convenzione nazionale (mentre sabato e domenica i circoli resteranno aperti); spetta a ciascun membro della direzione dichiarare espressamente il suo eventuale dissenso. La proposta di modifica è infine passata a maggioranza con 12 voti contrari e 2 astenuti. Tra i no spicca quello di uno dei candidati alla segreteria democrats: Pippo Civati. “Ho deciso di votare contro la proposta di sospensione del tesseramento dopo questo fine settimana: è una proposta tardiva e insufficiente, che non affronta i veri problemi, non sanziona le irregolarità già attuate, e limita la partecipazione”, ha dichiarato. “Chiedo quindi a tutti, nei territori, di vigilare: non vorrei infatti che, tra sabato e domenica, i singoli elettori desiderosi di tesserarsi trovassero più ostacoli dei signori delle tessere all’assalto delle federazioni”.
Durante la conferenza stampa dell’altro giorno, il responsabile organizzativo Davide Zoggia aveva dato la colpa a qualche “ras di provincia”, eppure sono state proprio alcune articolazioni provinciali a lamentarsi di alcune dinamiche anomale, che probabilmente hanno già alterato l’esito dei congressi di circolo e provinciali. La proposta di fermare il tesseramento è stata fortemente voluta da Gianni Cuperlo e sostanzialmente accettata da Matteo Renzi.
“Ci sono stati fenomeni circoscritti ma comunque gravissimi che non possiamo sottovalutare – spiega Cuperlo -. Dobbiamo dimostrare ai nostri iscritti che possono credere in questo partito. Ho visto che Civati e Pittella hanno detto di no, ma secondo me una soluzione si può trovare, per il bene di tutti. Sospendere il tesseramento non vuol dire comprimere la partecipazione, ma evitare altri fenomeni che non fanno il bene del Pd. La partecipazione sarà garantita a tutti quelli che vorranno partecipare alle primarie dell’8 dicembre, ma ora valorizziamo gli iscritti, diamo un segnale a queste persone”.